Bruxelles. Maximulta da 29 milioni di euro in arrivo per Eni, accusata dal commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, di far parte della «mafia della paraffina» assieme ad altri otto grandi gruppi industriali, sanzionati per complessivi 676 milioni di euro. Si tratta della quarta mai comminata da Bruxelles.
La Kroes si è mossa dopo una denuncia di Shell (lunico gruppo petrolifero che è riuscito a evitare una multa da 96 milioni di euro) che avrebbe rivelato unintesa illegale tra i gruppi petroliferi. Secondo la Kroes il cartello «Blauer Salon» (Salone blu), dal nome del bar di un hotel ad Amburgo, in Germania, in cui si sono svolte le prime riunioni dei responsabili delle società partecipanti, sarebbe durato 13 anni, dal 1992 al 2005, e avrebbe coperto il 75% del mercato europeo delle cere di paraffina: un giro daffari da 500 milioni di euro allanno. Le cere di paraffina e di petrolati vengono utilizzati in unampia gamma di prodotti: candele, carta cerata, piatti e bicchieri di carta, il rivestimento ceroso dei formaggi, prodotti chimici, pneumatici e componenti automobilistici, gomma, imballaggi, adesivi e gomme da masticare.
«Le società coinvolte sapevano quel che stavano facendo e sapevano che era sbagliato», ha aggiunto. LEni si è difesa con una nota ed è pronta a fare ricorso: «Abbiamo sempre agito nel rispetto delle norme antitrust».
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