Un pugno sul petto, dalla parte del cuore. «Noi siamo lAmerica». Poi cita Warren Buffett, loracolo dellOmaha. È «furioso» Barack Obama. Per labbassamento del rating degli Stati Uniti da parte dellagenzia Standard & Poors di sabato: da Aaa ad Aa+. «Nonostante quello che dice unagenzia di rating per il mercato restiamo sempre da tripla A». Anzi, da «quadrupla A», come ha detto il terzo uomo più ricco del mondo, proprietario della holding Berkshire Hathway (a sua volta colpita dal taglio delloutlook). «Non ci serviva certo unagenzia di rating per capire che dovevamo ridurre il nostro deficit in modo bilanciato». Dopo il patriottismo, lanalisi. Che deve tener conto delle crude cifre: dopo linizio del discorso, rimandato di unora abbondante, il Dow Jones scende a picco con una perdita del 4%, sotto gli 11mila punti. Il maggiore problema che lAmerica deve risolvere, secondo il presidente, è «la mancanza di volontà politica a Washington». Il riferimento al braccio di ferro sul debito durato per settimane con i Repubblicani che «non è stato costruttivo». E il timore, con la disoccupazione al 9%, la bassa crescita e il downgrade di S&P, è una seconda ondata di recessione.
Obama attraversa una crisi anche politica, in netto calo di popolarità a 15 mesi dalle prossime presidenziali. Da questa settimana sceglie di tornare a parlare faccia a faccia agli americani, dopo settimane di «clausura» nelle stanze del potere per cercare di superare limpasse alle Camere. Viaggerà in pullman in quattro stati (Virginia, North Carolina, Michigan e Pennsylvania) a caccia dei voti perduti.
In vista del contatto con gli americani il presidente predica ottimismo. I problemi dellAmerica sono «risolvibili, da subito. Il problema non è la sicurezza dei nostri crediti, ma è affrontare il deficit su lungo termine. Abbiamo raggiunto un accordo che prevede tagli alle spese interne e alla difesa». E via con gli ultimi due capitoli che, a causa della difficoltà di dialogo con i Repubblicani, non erano stati inseriti nellaccordo. Laumento delle tasse alle fasce benestanti (tema che la destra non vuole sentire nominare) e una riduzione dellestensione del programma Medicare, la copertura sanitaria per i più poveri (uno dei pochi vanti dellamministrazione). «Una riforma fiscale che chiede di pagare a coloro che se lo possono permettere e piccoli ritocchi a programmi come Medicare».
Due percorsi per «svegliare» la politica e sintonizzarla sulle esigenze reali del Paese. Obama sottovaluta però la credibilità dei mercati. A discorso chiuso Dow Jones e Nasdaq proseguono la loro corsa verso il basso.
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