«La Casa è crollata, no al partito unico»

La politica vista da Vittorio Adolfo è tutta un’altra cosa. Lui dice cose del tipo: la Casa delle Libertà? Non esiste più. Il partito unico? Non faremo ammucchiate. La Grande coalizione? È già qui.
Ha letto le interviste del Giornale a Giorgio Bornacin il senatore di An e a Roberto Cassinelli il coordinatore genovese di Forza Italia, entrambe all’urlo di «facciamo il partito unico entro le elezioni amministrative», e si è sentito lontano anni luce da loro. Mica a sinistra, sia chiaro, «noi non siamo di sinistra» scandisce difendendo il suo capogruppo in Regione, quel Fabio Broglia che a furia di collaborare con la maggioranza s’è beccato l’accusa di collaborazionismo, «e i collaborazionisti in tempo di guerra si passavano per le armi» ricordò Gianni Plinio il capogruppo di An in un momento di massimo furore. No, lontano perché tutto è cambiato, nel frattempo, e insomma nemmeno sull’identikit del candidato sindaco tracciato dagli alleati si trova d’accordo, che «questa storia dell’imprenditore ricco mi fa solo venire da ridere, lo scriva mi raccomando, mi fa ridere, perchè i soldi sono importanti ma non fanno la vittoria e a noi serve invece una persona competente e capace».

Uno e trino, ci si perdoni l’irriverenza, Adolfo ci tiene a dire che «parlo da segretario ligure dell’Udc, da componente della direzione nazionale del partito e da parlamentare». E così parlando ne dice di ogni. (...)
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