La casa dei rifugiati fa infuriare il quartiere «Qui servono asili»

Continua a far discutere l’idea di far sorgere a Casalotti il primo centro italiano polifunzionale per gli immigrati in attesa di ricevere lo status di rifugiati. Soprattutto per il mancato coinvolgimento delle istituzioni periferiche. «Pur approvando la politica umanitaria di Veltroni - commenta Nicola Stampete, consigliere comunale dell’Udeur - rilevo che ancora una volta il Municipio 18 è protagonista di eventi che non vedono coinvolta la cittadinanza e le istituzioni locali».
«Se anche il presidente del 18° Municipio, la diessina Filardi, è stata costretta a impugnare carta e penna e a protestare per la mancata concertazione del Campidoglio con il Municipio, allora è segno che il decentramento è davvero poca cosa».Così commentano i consiglieri comunale e municipale del XVIII Federico Guidi e Vincenzo Fratta di An che aggiungono: «Nel condannare la maggioranza di centrosinistra del Municipio che ha fatto cadere il numero legale per evitare di discutere sulla vicenda del futuro polo abitativo per rifugiati, riteniamo quanto mai urgente che il sindaco dimostri rispetto per una cittadinanza da tempo dimenticata, come quella di Casalotti, e venga sul posto a spiegare agli abitanti i termini della questione».
La mega-struttura per 400 rifugiati politici a Casalotti, annunciata da Veltroni insieme con il ministro degli Interni Giuliano Amato, sembra andare contro una politica sociale che il quartiere si aspetta da anni.
«È assurdo che il primo cittadino ritenga una priorità sistemare queste persone piuttosto che utilizzare la struttura per mandare a scuola i bimbi e i ragazzi di zona - commentano Enrico Cavallari, consigliere comunale (An) e Patrizio Veronelli, consigliere Municipio 18 (An) -: mancano i nidi, le materne, un istituto superiore. È ora di dire basta a queste scelte imposte dall’alto che si prendono gioco dei cittadini, completamente ignari delle scelte del sindaco»
«Il XVIII è già martoriato dalle baraccopoli – aggiungono i due – a cui si sommano i residence di assistenza alloggiativa come Bastogi e Valcannuta.

E ora il primo cittadino pensa bene di aggravare la situazione con 400 rifugiati politici. È una vera follia che Veltroni si faccia bello con le opere umanitarie ignorando il parere e, soprattutto, le esigenze e i forti disagi di chi vive nel quartiere».

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