Egidio Sterpa
Ma nascerà una Terza Repubblica? Si è fatta tanta retorica sulla Seconda, venuta alla luce in maniera traumatica, strutturalmente debole e cagionevole, come del resto la sua bravissima e tormentata storia sta dimostrando. Ci fu lillusione che fosse lalba di un nuovo regime, unuscita di sicurezza per istituzioni logorate e sfiduciate, minate da incertezze, insufficienze, intrighi. Su questa illusione si buttarono in molti: politici vogliosi di ritagliarsi un ruolo che invano avevano cercato, gruppuscoli extraparlamentari, pezzi di potere mediatico.
Poi improvvisamente scese in campo il potere giudiziario, anchesso vittima di unillusione e in qualche caso in preda a velleità egemoniche. Uno scarrocciamento, quello della giustizia, in parte provocato dallemergenza istituzionale, in parte eccitato da una politica in netto scadimento.
Va riconosciuta lesistenza di fenomeni di corruzione, ma va anche ammesso che ne nacquero intenzionalmente appelli demagogici e tentativi rivoluzionaristi. Venne a crearsi un melting che a qualcuno sembrò loccasione per avviare una grande riforma del sistema e che invece aggravò linsicurezza generale, umiliò, spaventò e sopraffece perfino la classe dirigente più responsabile, che non ebbe la capacità di provvedere a reagire.
Cerano già stati negli anni 73-74 segni di crisi, quelli che come reazione portarono alla nascita del Giornale, allinsorgenza delle Brigate rosse, al rapimento di Moro. Mancò in quel momento unidea-forza che desse vigore e fede in se stessa alla classe dirigente. Prevalsero incoscienza e paura, e la Prima Repubblica divenne oggetto di spregio e dileggi fino ad esserne devastata.
La Seconda Repubblica fu innanzitutto una grande illusione, un miraggio, una allucinazione, tanto che presto speranze e velleità divennero disillusione, spiacevole contatto con una realtà tutta diversa da quella che sera immaginata. Niente di mutato, in effetti, la Seconda Repubblica è stata solo una enunciazione retorica ad uso e consumo di nuovi poteri. Nessuna idea-forza, nessun disegno strategico, in taluni casi addirittura un peggioramento, una regressione. Si è accentuata la crisi delle istituzioni.
È da qui che nasce lesigenza di un rinnovamento politico che realizzi condizioni che portino finalmente il Paese fuori dal suo peggiore momento istituzionale. Va archiviata la Seconda Repubblica. Il fenomeno Berlusconi è stato certamente lespressione di tale esigenza, che si è manifestata soprattutto nel 2001 con una sorta di ovazione elettorale, a cui la sinistra, quasi annichilita, ha reagito irrazionalmente e inconsultamente.
Poteva essere loccasione per realizzare un sistema politico dellalternanza e invece ne è venuta una politica di passioni irrazionali, denunce e accuse spesso inconsistenti, nessun rispetto per lavversario, da considerare anzi nemico fino a demonizzarlo e distruggerlo.
Solo un rivolgimento salutare può portare ad una Terza Repubblica, che è sicuramente nelle speranze della gente. Una brutta stagione è da lasciarsi alle spalle, ci sono istituzioni da rinnovare, rancori da cancellare, cè da dare il via ad una rigenerazione totale. Lo si lasci dire ad un liberale che non ama né i compromessi, né il relativismo politico diffuso un po dovunque: non sarà il Prodi catastrofista (quellinsistere sul «Paese che va allaria», «le peggiori periferie dEuropa», un«Italia finita se non vinco io») ad assicurare la nascita di un nuovo corso, di una Terza Repubblica. Il suo linguaggio, la sua cultura, i suoi rancori fanno parte della peggiore politica.
È questo il disegno che deve diventare limpegno dei partiti della Casa delle Libertà, quale che sia il ruolo che toccherà loro, maggioranza o minoranza.
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