Leggi il settimanale

Con Casagrande, Madè e Impacciatore rinasce la commedia napoletana

Partenope meravigliosa, senza monnezza e col Vesuvio in bella vista? Presto al cinema, dove si sogna: Maurizio Casagrande, attore napoletano spesso in coppia col conterraneo Vincenzo Salemme, passa alla regia con Una donna per la vita, commedia all’italiana che batte il ciak per cinque settimane, tra Roma e Napoli. «Aiuto il turismo, interpretando il concierge di un albergo con vista sul Castel dell’Ovo», scherza l’artista, che suonò la batteria nella band di Loredana Bertè («poi lei assunse solo negri e non potevo pittarmi la faccia di nero»). Per amor di spiazzamento, in questa storia di sentimenti amorosi, una bruttina che piace (Sabrina Impacciatore, qui l’eterna fidanzata Marina) avrà la meglio su una bella, che assume le sembianze della morte (Margareth Madè che interpreta la chiropratica Nadine). Né poteva mancare, tra un incidente d’auto e un ricovero in ospedale, il bravo medico impersonato da Neri Marcorè, ieri quasi afono per l’uso commerciale che fa della sua voce, tra doppiaggi a gogò e spot pubblicitari a nastro. «In comune con Casagrande ho l’amore per la musica: suono in un localino con gli amici di sempre. Dopo averlo incrociato sul set del film La scomparsa di Patò, ho scoperto che eravamo accomunati anche dall’ironia. Qui sarò Paolo, il miglior amico del protagonista, finito all’ospedale. Ci sfottiamo, ma alla fine lo aiuterò a capire se stesso e l’amore, che prova per la sua ragazza», racconta Marcorè, gettonato dalla Rai, che gli ha perdonato il flop del 1° maggio, al concertone da lui presentato con flemma letale. Presto, infatti, lo vedremo nella fiction anni Sessanta Tutti i giorni della mia vita, prodotto da Viale Mazzini. Tuttavia è la Madé il punto di forza dell’erigendo film di Casagrande, sponsorizzato da Medusa e da Mitar con un budget di un milione di euro, il venti per cento del quale proviene dal Ministero dei Beni Culturali. In bianco totale, come suggerisce la casa di moda della quale è testimonial; così magra che le sue ossa eleganti spuntano dall’abito traforato, l’attrice di Baarìa sembra una creatura d’altri tempi. «Non amo le donne che si espongono: possedere un bel corpo è un dono, ma molte ne fanno un uso vergognoso», esordisce l’attrice, i cui occhi acquamarina stregarono Giuseppe Tornatore. «Dopo Baarìa cammino con le mie gambe. Era scritto, però, che dovessi incontrare Tornatore, anche se adesso mi sento una grande responsabilità. Affronto il mondo dello spettacolo, tenendo a mente i fondamentali di mia nonna Antonina, che mi ha insegnato a cucinare, a ricamare, ad avere rispetto per le persone», sibila lei, al momento single. «La mia generazione è stata l’ultima ad avere la fortuna dei nonni emersi dal dopoguerra, gente che aveva fatto la fame e conosceva i veri valori della vita.

Ringrazio anche mia madre, infermiera professionista sempre a contatto col dolore, per avermi aiutato a diventare come sono». Nella commedia di Casagrande Margareth parlerà francese e sarà una «dark lady», che con i massaggi manipola corpo e anima. Tanto,poi, a Pachino c’è il nonno che l'aspetta.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica