Laura Novelli
Tra i ricordi più vividi che la legano al suo passato cè quello di lei, bambina, che accompagna la madre a teatro a vedere Piera Degli Esposti in Molly. Unesperienza folgorante, che in qualche modo adesso rifluisce dai sotterranei della memoria rinsaldando emozioni e sensazioni. Adesso che, per una bella coincidenza della vita, Chiara Caselli sale sul palcoscenico del teatro comunale di Formello (questa sera alle ore 21.30) proprio insieme con la grande attrice bolognese che la affascinò da piccola: voci monologanti di una pièce tutta al femminile, Ritratti - Donne leggono donne il titolo, alla quale partecipa anche Caterina Vertova.
Tre generazioni di attrici scandiscono un percorso nella poesia e nella letteratura di ieri e di oggi (da Saffo a Emily Dickinson, da Madre Teresa di Calcutta alla drammaturga inglese Claire Dowie) che, curato dal regista Marco Carniti, esplora le diverse declinazioni della sensibilità femminile affidandone a ogni singola interprete un preciso aspetto. Alla Caselli spetta il compito di affrontare, attraverso la scrittura moderna e spiazzante della Dowie (esponente di punta della scena inglese con allattivo pièce graffianti e corrosive come Adult Child-Dead Child e Death and Dancing, portato in Italia nel 99 da Valter Malosti con Michela Cescon interprete), le dolorose lacerazioni della contemporaneità. E anche qui è linfanzia a contrassegnare con forza temi e situazioni. «Questa autrice britannica - dice - mi ha letteralmente rapita. Stasera leggerò alcuni brani del suo Bengy, un testo dove descrive, con continui passaggi dal tono tragico a quello ironico, una bambina di otto anni che si inventa una compagna immaginaria per sopravvivere alla solitudine e alla mancanza damore. Il tutto attraverso uno sdoppiamento emblematico che contrappone lautrice e i suoi ricordi alla vicenda stessa della bambina».
Non è solita la Caselli accettare proposte di questo tipo («il fatto di avere due partner come la Degli Esposti e la Vertova e un regista con cui ho stabilito sin da subito una buona sintonia è stato determinante»), anche se il teatro rappresenta un amore profondo, abbracciato allinizio della carriera e poi «tradito» per film famosi come, tra gli altri, Il gioco di Ripley di Liliana Cavani, Non ho sonno di Dario Argento, Al di là delle nuvole di Michelangelo Antonioni. «Devo ammettere però di non conoscere bene la scena italiana attuale. Ho visto cose molto belle di Pippo Delbono, della compagnia Fanny & Alexander, di Toni Servillo. Vorrei andarci e farlo più spesso perché mi dà carica ed energia». Come ha dimostrato proprio qualche mese fa in Piccola Alice di Edward Albee, unopera complessa in cui lha diretta Abel Ferrara (lo spettacolo, debuttato al Mercadante di Napoli, è passato poi per il teatro Colosseo). «Questo lavoro è capitato dopo un periodo di stasi per me. Negli ultimi tempi, infatti, oltre che dal mio ruolo di mamma (la Caselli ha un bimbo di appena un anno e mezzo, ndr), sono stata assorbita totalmente dalla stesura di un film che spero di girare presto. Ferrara mi ha dato loccasione di tornare al teatro da protagonista ed io lho accolta con grande piacere, misurandomi con un personaggio femminile enorme». Un personaggio adulto, poliedrico, millenario. «Alice è una donna che vive da trecento anni, forse più, conosce il mondo, i rapporti umani, i potenti, ma che sa essere anche fragile. Grazie a lei ho riscoperto una parte di me stessa, della mia fisicità. Ho ritrovato una forza, una sensualità, un modo di avvertire me stessa che credevo sopiti. Dopo la maternità è stato importante capire di essere ancora quella di prima».
La serata fa parte della rassegna «Il senso dei luoghi». Per informazioni: 06.3230003; 06.3244995 e 06.9089683.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.