Casini: «Irresponsabile usare questa festa per dividere il Paese»

Fabrizio de Feo

da Roma

I cortei colorati di rosso che attraversano le strade d’Italia ne combinano di cotte di crude. C’è la contestazione a Letizia Moratti, gli insulti contro la brigata ebraica, il recupero dell’ignobile slogan «una, cento, mille Nassirya». Ma anche i politici dell’Unione non scherzano, con Romano Prodi che arriva a legare il significato simbolico del 25 aprile alla battaglia contro il referendum. Scintille che riescono ad appiccare il fuoco nel centrodestra, indignato per una festa trasformata in palcoscenico di parte.
«Il 25 aprile non può non unire tutti gli italiani, ed è anche irresponsabile usare questa festa per dividere l’Italia, gli italiani e le forze politiche», attacca Pier Ferdinando Casini. «Una grande democrazia si basa su un minimo comune denominatore di valori condivisi e tra questi non può non esserci il 25 aprile. È questo il principio a cui mi sono ispirato in questi anni alla Camera». Se il leader dell’Udc nasconde in parte l’indignazione in un guanto di velluto, il segretario del partito Lorenzo Cesa usa toni duri. «Le contestazioni a Letizia Moratti sono vergognose. Purtroppo siamo stati facili profeti nel prevedere le conseguenze delle sciagurate parole di Prodi, parole alle quali si è associato anche Rutelli. Chi strumentalizza, chi innesta pretestuose polemiche su una festa nazionale, semina i germi dell’intolleranza. Cresce il nostro allarme per i comportamenti di un centrosinistra irresponsabile. L’Italia meriterebbe ben altro». Condanna per Prodi anche da Marco Follini: «C’è un giorno per ogni cosa: oggi è la Liberazione, non l’avvio della campagna referendaria».
Dritto all’offensiva parte Roberto Calderoli. «Attacchi agli ebrei, alla Moratti, slogan antisemiti: questa sinistra, Prodi in testa, è di una intolleranza assolutamente intollerabile in un Paese civile. In mattinata Rutelli dice che Berlusconi deve stare zitto, poi l’orribile episodio della contestazione a Israele, alla presenza di Prodi. Infine gli insulti alla Moratti. Chiunque non la pensi come loro è un nemico da zittire. Ma si rende conto Prodi di cosa può pensare l’Europa, di cui si riempie la bocca, di questo indegno spettacolo?».
Forza Italia, con i Giovani Azzurri guidati da Simone Baldelli, fa visita al sacrario militare americano di Nettuno «per testimoniare gratitudine verso chi ha contribuito in modo determinante e con il sacrificio di molte giovani vite, a liberare l’Italia dal nazi-fascismo». A prendere la parola sulle polemiche di giornata pensa Sandro Bondi. «Ci riconosciamo nelle parole di Ciampi: il 25 aprile è la festa della nostra libertà ritrovata. Se questo è vero allora festeggiare il 25 aprile significherebbe anche da parte di Prodi comprendere i valori propugnati da quella metà degli italiani che non lo hanno votato ed evitare forzature istituzionali».
Punta il dito contro Francesco Rutelli, Fabrizio Cicchitto. «Rutelli, con la consueta arroganza, invita Berlusconi a non parlare. Piuttosto doveva rivolgere questo invito a Prodi quando ha strumentalizzato il 25 aprile per aprire la campagna referendaria. Purtroppo non è la prima volta che la sinistra tenta di impossessarsi della Resistenza. Queste polemiche si fondano anche su una contraddizione reale.

La Resistenza non fu omogenea perché non tutto l’antifascismo era democratico perché ci fu anche un antifascismo stalinista che riteneva la Resistenza il primo atto di una guerra civile per la conquista del potere da parte dei comunisti». Duro anche il commento di Alessandra Mussolini. «Gli insulti alla Moratti sono l’ennesima evidenza di come la data di oggi venga usata solo a fini di propaganda».

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