da Roma
«Nessun ticket, nessuna ipotesi fantasiosa come quelle che leggo sui giornali, ha riscontro nella realtà». A respingere lipotesi di una candidatura per due a palazzo Chigi è uno dei diretti interessati, Pier Ferdinando Casini. Ieri, poco dopo la smentita di Silvio Berlusconi, anche il presidente della Camera dei deputati ha negato di essere il prescelto per un passaggio del testimone con il premier, da fare, magari quando le urne delle prossime politiche saranno chiuse.
E niente accordi sottobanco, tiene a precisare il politico centrista. La competizione tra partiti, anche dello stesso schieramento, non è in discussione. «Si va verso la campagna elettorale - ha spiegato a margine dei lavori della conferenza dei parlamenti euromediterranei a Barcellona - ognuno si sta attrezzando. Ognuno capeggerà le liste dei propri partiti, in un rapporto di correttezza politica, competitività, ma senza conflitti». Il dibattito politico è ancora condizionato dagli elogi del cardinale Ruini, ma Casini respinge lidea di essere uno dei referenti della Chiesa nelle istituzioni. «Su questo argomento - è la sua protesta - ho visto cose ridicole, non cè nessun referente. Non avrei capito nulla della vita politica italiana se mi proponessi quale referente della Chiesa cattolica. Io rispetto la Chiesa e la ascolto, perché ritengo sia una grande ricchezza per la comunità nazionale, ma mi guardo bene dal pensare di potere essere il suo interprete nella politica. E me ne guardo bene, come cattolico e come politico».
Unaltra smentita riguarda largomento trattato nel breve incontro di giovedì con Berlusconi - appena mezzora. Oltre a non aver parlato di ticket, il presidente del Consiglio e la terza carica dello Stato, non hanno parlato di par condicio. «Nemmeno sfiorato largomento», assicura Casini. «Che io parli con Berlusconi non è un fatto straordinario - ha precisato -, siamo tutti impegnati nel lavoro della campagna elettorale. Lunica cosa di cui abbiamo parlato realmente è la legge sul risparmio». Sia allesponente dellUdc sia al governo «sta a cuore che si riesca a realizzare lobiettivo dellapprovazione del provvedimento. E Berlusconi - ha aggiunto Casini - ha convenuto con me e mi ha dato ragione sul fatto che il provvedimento sul risparmio non potesse essere inserito nella Finanziaria perché - ha spiegato il presidente della Camera - avrebbe stravolto prassi e norme. Il provvedimento va quindi esaminato dopo la Finanziaria, prima della pausa natalizia».
Lattualità suggerisce altri argomenti e Casini non si tira indietro quando gli viene chiesto di commentare lo sciopero generale contro la Finanziaria: «Al di là che sia sacrosanta o inutile, la manifestazione è il disagio di una parte del movimento dei lavoratori e va sempre rispettato. Credo che una classe dirigente seria, come noi siamo, si dovrà far carico delle ragioni di chi protesta». Una battuta sul latte per neonati, ma non sulle sofisticazioni («Il prezzo in Italia è tra i più alti dEuropa»), lauspicio che i governi Ue rafforzino i contatti con i Paesi del mediterraneo e rilancino un dialogo che è allo stesso tempo politico e religioso.
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