Roma - L’ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, è stato condannato, con rito abbreviato a tre anni di reclusione per frode sportiva e associazione a delinquere, ma non come promotore dell’associazione a delinquere, nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Calciopoli. Giraudo aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato il 7 luglio del 2008, durante l’udienza preliminare del procedimento su Calciopoli. La procura di Napoli aveva chiesto per l’ex dirigente bianconero una condanna a cinque anni di reclusione.
Le altre condanne Degli undici imputati che hanno chiesto il rito abbreviato, oltre a Giraudo, sono stati condannati: l’arbitro Tiziano Pieri a 2 anni e 4 mesi per associazione a delinquere e frode sportiva; Tullio Lanese, ex presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, a 2 anni per associazione a delinquere e l’arbitro Paolo Dondarini a 2 anni per frode sportiva. Sono stati assolti gli altri sette imputati, ovvero gli arbitri Stefano Cassarà, Marco Gabriele e l’assistente Duccio Baglioni, che erano imputati per associazione a delinquere, e gli arbitri Domenica Messina, Gianluca Rocchi e gli assistenti Alessandro Griselli e Giuseppe Foschetti, che erano invece accusati di frode sportiva.
Per tre anni niente stadi Per l’ex ad della Juve e gli ex arbitri Pieri e
Dondarini è stata anche inflitta una pena accessoria: il divieto per tre anni di accedere nei luoghi dove si svolgono competizioni sportive o si accettano scommesse e l’interdizione dagli uffici direttivi di società sportive.
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