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Una scuola platonica con esami di ammissione

Il sistema dell'istruzione ma anche quello della ricerca in Italia si basa sul certificato

Una scuola platonica con esami di ammissione
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Il caso del semestre-filtro per accedere alla facoltà di Medicina, con solo il 15 per cento dei candidati che ha superato gli esami di biologia, chimica e fisica, ha un significato più largo di quanto non s'immagini. Infatti, se lo stesso sistema di accesso e iscrizione fosse esteso ad altre facoltà, ad esempio a Lettere e Filosofia oppure a Ingegneria e Architettura, si avrebbero risultati molto simili. Si verrebbe a sapere ciò che già si sa ma con il conforto del dato verificato: gli studenti italiani sono impreparati (naturalmente, con le dovute eccezioni). Che fare? C'è chi, davanti ai risultati disponibili per l'accesso a Medicina, sostiene che il criterio sia da rivedere. Senz'altro lo si può modificare ma la eventuale modifica non deve coprire lo scandalo che non è nel criterio ma nell'ignoranza. È come se, per usare una metafora, a degli atleti fuori forma si consentisse di partecipare alle Olimpiadi abbassando il livello delle gare piuttosto che migliorando la personale forma fisica degli atleti. È necessario, invece, prendere le mosse da un altro punto di vista e porsi la domanda: su che cosa si fonda la scuola italiana?

Un'anima candida risponderebbe così: sullo studio. Peccato che con il candore sia difficile capire il problema. Il sistema dell'istruzione ma anche quello della ricerca in Italia si basa sul certificato. Al termine di ogni percorso di studi si fa un esame di licenza e con il diploma che viene rilasciato ci si può iscrivere al percorso successivo. Il certificato ha un valore pratico-legale per far funzionare scuole, accademie, uffici, professioni. Con questo metodo, però, le cose non funzionano più in nessuno dei campi qui menzionati. Il motivo è intuibile: dando al diploma il valore pratico-legale lo si è tolto alla scuola e alla sua funzione principale: usare la cultura come mezzo per la formazione ed educazione umana. Se non si esce da questo sistema che è, ormai, non solo inutile ma anche dannoso, non si avrà alcuna possibilità né di avere giovani preparati né di formare classe dirigente. È uno specifico interesse dello Stato uscire da questo sistema e smetterla di atteggiarsi a pedagogo. Come? Capovolgendo il sistema: gli esami di ammissione al posto degli esami di licenza. Si tolga il valore pratico e legale ai diplomi che valgono meno della carta che li certifica, diceva già Einaudi e si restituisca allo studio, scolastico e accademico, tutto il suo valore è il caso di dire rivoluzionario. Del resto, come si vede sia dai risultati del semestre-filtro a Medicina, sia dai tempi che viviamo, è la realtà stessa che da un pezzo ha svalutato i diplomi. Chiunque sa per esperienza che le aziende e le imprese fanno formazione in proprio. Chiunque sa che il livello professionale è sceso drasticamente perché non dipende fortunatamente né dai certificati, né dalle abilitazioni ma solo e sempre dall'autorevolezza che si conquista personalmente sul campo imparando dagli errori, che poi è l'altro nome dell'esperienza. Chiunque sa che gli stessi uffici non si possono più basare sui titoli e hanno bisogno di personale specializzato. Infine, chiunque sa che la stessa classe insegnante, che sia delle scuole o delle università è la stessa cosa, è poco preparata perché è inevitabilmente il risultato di un circolo vizioso che ad ogni giro di giostra scende un gradino verso il niente. Bisogna riconoscere a tutti i livelli che se si vuole combinare qualcosa di buono è necessario prepararsi, studiare, attrezzarsi: i diplomi devono avere un valore culturale e non pratico-legale. La scuola va fondata sullo studio: è per sua natura platonica. Per iscriversi a scuola licei o tecnici o professionali è necessario superare esami di ammissione che possono essere previsti anche all'interno del corso di studi (ad esempio passando dal biennio al triennio). Il cosiddetto esame di Maturità che è un esame di Stato ossia con valore legale va via ed è sostituito dagli esami di ammissione per iscriversi all'università. Il sistema delle ammissioni non ha controindicazioni di carattere classista.

Al contrario, è l'attuale sistema che genera diseguaglianze mentre lo studio e la preparazione sono le uniche risorse che ha chi non ha. Prima ci si persuade che non c'è altra strada e meglio è per tutti. Di tempo prezioso se n'è perso tanto, troppo. La prossima tappa è lo schianto finale.

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