Caso Gea: il pm chiede di processare i due Moggi

La richiesta di rinvio riguarda anche altre sei persone fra cui Lippi jr

Caso Gea: il pm chiede di processare i due Moggi

Dominio sul mercato dei calciatori e condizionamento delle scelte di alcuni club. Gli inquirenti sono convinti di avere le prove delle pressioni esercitate su molti calciatori affinché rinnegassero i loro procuratori per affidarsi alla Gea. Il tutto per ottenere maggiori tutele in sede di rinnovo contrattuale o di trasferimento a club di livello con ingaggi più alti. A Giorgio Chiellini sarebbe stata prospettata la convocazione in Nazionale grazie a Davide Lippi. Tra le posizioni esaminate dagli inquirenti anche quelle di David Trezeguet, Nicola Amoruso, Davide Baiocco e Giovanni Tedesco.
A meno di un anno dall’esplosione di Calciopoli si avvicina la prima scadenza giudiziaria per Luciano Moggi, ex dg juventino. La procura di Roma, nell’ambito delle presunte irregolarità attribuite alla Gea, ha depositato la richiesta di processare lui ed altre sette persone: Alessandro Moggi, già presidente della società, e poi Franco Zavaglia, ex amministratore delegato, Riccardo Calleri, ex socio, Davide Lippi, procuratore sportivo, Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo, collaboratori dei Moggi.
Pesanti le accuse formulate dai pm romani Maria Cristina Palaia e Luca Palamara: associazione per delinquere finalizzata all’illecita concorrenza mediante minacce o violenza per tutti ad eccezione di Gaucci per il quale è ipotizzata solo l’illecita concorrenza. A Zavaglia è addirittura contestata la violazione fiscale in relazione alla contraffazione di fatture emesse dalla società Eugenio Marinella per l’acquisto fittizio di migliaia di cravatte. Il tutto per evadere le imposte nel periodo 2002-2005 degli elementi passivi fittizi.
Per i pm romani, Luciano e Alessandro Moggi, nonché Zavaglia, sarebbero stati promotori del sistema di potere che avrebbe portato la Gea World ad esercitare una funzione dominante nel mondo del calcio. I tre - è detto nel capo di imputazione -, avrebbero creato la Gea al fine di «acquisire il maggior numero di procure sportive e ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico per condizionare la gestione dei calciatori e, di riflesso, quella di svariate squadre del campionato di calcio». Tra queste Siena, Reggina, Messina, Crotone e Avellino.


Ma gli sviluppi sarebbero imprevedibili: ci sarebbero anche pesanti omissioni da parte della Figc sull’operato della commissione agenti di calciatori, corsie preferenziali per alcuni arbitri che favorivano i protetti della Gea, con i pm della procura di Roma che hanno aperto due inchieste: sull’ex Figc per omissione o rifiuto di atti d’ufficio. L’altra invece mira a individuare eventuali responsabilità dei designatori Bergamo e Pairetto nelle valutazioni arbitrali.

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