Roma - Il gip del tribunale di Roma, Renato Laviola, ha disposto l’imputazione coatta per l’anestesista Mario Riccio, che aiutò la "dolce morte" di Piergiorgio Welby (staccando il respiratore e poi sedandolo). Il reato contestato al medico di Brescia è omicidio del consenziente. La procura capitolina, che aveva rinnovato la richiesta di archiviazione, dovrà adesso procedere nei confronti di Riccio e chiederne il rinvio a giudizio. Nel documento del giudice Laviola si fa riferimeno alla "illiceità" della decisione presa da Riccio. Welby, affetto da una gravissima forma di distrofia muscolare progressiva, è deceduto la notte tra il 20 e il 21 dicembre scorso. Alla presenza anche del parlamentare Marco Cappato, dei Radicali. Il pm Gustavo De Marinis aveva ribadito la richiesta di archiviazione per il medico.
Eutanasia passiva Un caso di eutanasia "passiva", estrinsecata nell’intervento attivo dell’anestesista. Così il gip Laviola definisce la morte di Welby nel provvedimento di sette pagine con il quale ha deciso di respingere la richiesta di archiviazione del pm Gustavo De Marinis e di ordinare invece l’imputazione coatta per Riccio. Il giudice ricorda l’esistenza del diritto, costituzionalmente garantito, a rifiutare le cure per motivi etici e religiosi, ma nella vicenda in questione, ci fu l’intervento attivo di Riccio, che non era il medico curante di Welby e che venne appositamente a Roma per interrompere la ventilazione al malato, affetto da una gravissima forma di distrofia muscolare progressiva. In questo caso, dunque, non si trattò di una mera omissione di cure e trattamenti: secondo il gip, esiste un diritto alla vita, seppure non codificato, che si fonda su varie fattispecie e norme, quali le sanzioni previste per l’omicidio del consenziente e l’istigazione al suicidio.
Nuova udienza La stessa iscrizione sul registro degli indagati per Riccio è avvenuta dopo il provvedimento di rigetto del giudice. Adesso il gip che dovrà esaminare il caso non sarà più Laviola. In base alla consulenza medico-legale era stato escluso qualsiasi rilievo causale della sedazione in relazione alla morte di Welby. Ora il pm potrebbe anche prospettare sin dalla prossima udienza davanti al gup, anche in presenza di una ufficiale richiesta di rinvio a giudizio, che va comunque archiviato il caso perché non sussiste il reato.
Il difensore "È una decisione che mi sorprende, soprattutto dopo il tono dell’udienza davanti al gip Laviola e le argomentazioni svolte dalle parti. A questo punto ben venga qualsiasi processo per l’accertamento dei fatti".
L’avvocato Giuseppe Rossodivita, difensore di Mario Riccio, ha commentato così la decisione del giudice delle indagini preliminari di disporre l’imputazione coatta per il suo assistito, in merito alla morte di Piergiorgio Welby.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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