La «casta» scarica il lavoro sui cittadini

La «casta» scarica il lavoro sui cittadini

(...) sceglie il giorno meno inflazionato dai colleghi per firmare il referendum anti legge elettorale e ovviamente lo fa in modo assolutamente riservato avvertendo fotografi e giornalisti. Ci tiene a far sapere che lei è contro la legge che le ha garantito la rielezione senza sforzo alcuno. Proprio come sta facendo un altro senatore capolista (cioè dal posto garantito) come Enrico Musso, nominato a Palazzo Madama da una decisione interna al Pdl e ora in prima linea contro chi viene catapultato su uno scranno romano senza alcuna fatica elettorale. Ieri, accanto alla sfidante di Marta Vincenzi, ha sottoscritto i moduli per la campagna referendaria anche Sergio Cofferati, che almeno per andare in Europa in voti se li è raccolti uno per uno.
Insomma, Roberta Pinotti, come altri parlamentari, vuol far vedere di essere contro la «casta» dei politici. Ma finisce per dimostrare uno dei lati dei politici meno apprezzati dalla gente. Firmando, di fatto, chiede che siano i cittadini a lavorare al posto suo. Chiede che si spendano altri milioni perché sia il popolo ad abolire una legge che dovrebbe essere la ragion d’essere stessa di ogni eletto in Parlamento.
Curiosa invece la posizione di un altro esponente locale di un partito come l’Italia dei Valori, che è impegnatissimo nella sfida referendaria. Francesco De Simone è assessore nella Provincia guidata da Alessandro Repetto in quota dipietrista. Ebbene, in questi giorni era al banchetto allestito in via Venti Settembre per raccogliere firme. Sul banchetto erano presenti due moduli: da un lato quello per l’abolizione del porcellum, il sistema elettorale che tutti disprezzano ma nessuno cambia, dall’altro quello per la soppressione delle Province, ente giudicato inutile da chiunque almeno fino a quando non offre una poltrona al diretto interessato.
E allora come se la cava l’assessore che appoggia la soppressione del suo assessorato? «Fermi tutti - anticipa ogni domanda De Simone - Io ero al banchetto, ma non ho mai appoggiato la soppressione delle Province. Ero lì per autenticare le firme del referendum sulla legge elettorale».

Ma il banchetto era lo stesso? «Sì, però ho solo il timbro per il quesito sul porcellum e questo ho fatto fin dall’agosto scorso quando è iniziata la campagna - assicura l’assessore - È una questione etica, l’ho già detto anche al mio presidente Repetto che, come me, ha firmato contro la legge elettorale, ma non contro le Province».

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