Acque agitate alla Cattolica, dove un gruppo di azionisti minaccia battaglia contro gli emolumenti percepiti dal top management e vuole bloccare alcune spese che considera «stonate» rispetto agli utili di bilancio, visto anche linterrogativo sul dividendo: a fine settembre Cattolica aveva un combined ratio del 97% e un margine di solvibillità pari al 135% (grazie però allo scudo sui Btp offerto dal «Milleproroghe»).
A condurre loffensiva contro lamministratore delegato Giovanni Battista Mazzuchelli è «Valorizziamo Cattolica», neonata associazione fondata da un gruppo di soci che già lanno scorso avevano presentato una lista alternativa per il consiglio di amministrazione. Lattacco sarà ripetuto allassemblea del 21 aprile, ma questa volta «Valorizziamo Cattolica» costituirà un unico blocco di pressione con lassociazione «Amici di Cattolica» e unaltra realtà locale. I promotori sperano di coagulare una massa critica di 1.300 consensi (complice lincremento a due delle deleghe di voto) così da ritentare lingresso nel board, per cui lo statuto prevede il rinnovo di un terzo ogni anno. A meno di sorprese, i dissidenti dovrebbero comunque ottenere la presidenza del collegio sindacale (riservata alla minoranze): nel 2011 i voti espressi sono stati 2.347.
Obiettivo delloffensiva è pretendere chiarezza sulle strategie di Cattolica. «Questa azione non è contro qualcuno, ma vuole rappresentare un contributo di tanti soci per il bene della compagnia. Faremo proposte per migliorare la performance della società e creare un miglior legame, anche dal punto di vista della clientela, tra i soci», precisa il presidente di «Valorizziamo Cattolica», Carlo Pellegrini Cipolla.
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