Cd folk benefico Vanoni e D’Alessio duettano con Cesaria Evora

«Dopo aver creato la Terra Dio si strofinò le mani e caddero delle briciole... nacquero così le isole di Capo Verde», e Cesaria Evora si incaricò di cantarne la tradizione con amore e umiltà. Lei che debuttò nel coro di un orfanotrofio e da un marinaio ha imparato gli stili locali, la coladeira e soprattutto la «morna», canto di tristezza assimilabile al blues. È una cantante folk che sa entrare e uscire dal repertorio di consumo e concedersi interessanti progetti di contaminazione come «Capo Verde terra d’amore», l’album (progetto benefico a favore dei bambini africani)dove incontra Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Eugenio Bennato, Mario Lavezzi, Antonella Ruggiero, Gigi D’Alessio e tanti altri. Contaminazione o addirittura stravolgimento nel nome della tradizione. Una contraddizione? Anzi, un modo di unirsi in nome della musica. Le canzoni - con la complicità di Teofilo Chantre e di Alberto Zeppieri - sono rivisitate con nuovi arrangiamenti e testi in italiano, ma non perdono il pathos, o le spaccature emotive dei versi originali. Un cd rigoroso ma coraggioso, soprattutto nel melanconico e ben riuscito duetto tra la Evora e Gigi D’Alessio (difficile trovare due artisti più diversi eppur così in sintonia) in «Um pincelada» trasformata in «Ricordo d’infanzia». Morandi si fa coinvolgere alla grande nella «morna» in «Crepuscolare solitudine», mentre nell’accoppiata tra Eugenio Bennato e Chantre (la fluida «Incanto») si capisce che lo spirito popolare non ha passaporto né barriere di stile. Perché tradurre i testi, ci si può domandare? Sarebbe come registrare i blues di Robert Johnson in italiano.

A parte che il cd è sorprendentemente gradevole (splendida la Vanoni con Chantre in «Nuova vita», così come la mobilissma voce di Antonella Ruggiero da sola in «Linda Perez Mimosa») tradurre in questo caso - per dirla con «L’identità capovolta» di Stefano Montello che apre le note di copertina - è un modo di «condurre tra», quindi di viaggiare, far conoscere, accogliere ed essere accolti. Ciò che musica e cultura dovrebbero sempre fare .

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