Roma

La Cdl: da sindaco e governo solo alibi e nessun impegno

Omar Sherif H. Rida Luglio 2007, i Comitati olimpici nazionali presentano al Cio i nomi delle città candidate. Gennaio 2008, le città candidate inviano le risposte al questionario del Cio. Maggio 2008, il Cio accetta le candidature. Agosto 2006: con un anno di anticipo rispetto alla prima scadenza, il sindaco Veltroni starebbe già per gettare la spugna ritirando Roma dalla corsa alle Olimpiadi del 2016, a causa della mancanza di uno spirito unitario attorno alla candidatura. Una versione, quella del primo cittadino, che l’opposizione ieri ha contestato nel corso di una conferenza stampa convocata a Montecitorio. «Credo che sulla vicenda il sindaco abbia tenuto un atteggiamento contraddittorio - denuncia il deputato e Commissario della federazione romana di An, Gianni Alemanno -. Prima del voto una forte spinta pre-elettorale, subito dopo la frenata. Il nostro timore è che dietro la sua retromarcia si nasconda la scarsa volontà del Governo di supportare economicamente il progetto».
Da qui la decisione da parte di An, Fi e Udc di presentare (mercoledì scorso) due mozioni congiunte, una parlamentare e una comunale, per spazzare via gli equivoci e dimostrare «la piena disponibilità dell’opposizione a collaborare per la candidatura, chiedendo al Governo di predisporre già in finanziaria le risorse necessarie». Risorse che ammonterebbero a circa 15 miliardi di euro: 40 milioni per la pre-candidatura, 420 milioni da destinare all’impiantistica, 2,3 miliardi di euro di budget per il Comitato Organizzatore, più i costi accessori che dovrebbe sostenere il «Sistema Paese». Un’iniziativa, quella del centrodestra, che è un invito a Veltroni a «non bruciare le tappe - annunciando, come si vocifera, il niet di Roma già la settimana prossima - ma a rinviare il confronto a settembre per arrivare a una decisione condivisa in Campidoglio e in Parlamento». «È chi presiede che deve trovare i soldi - evidenzia l’ex presidente del Coni e deputato di Fi, Mario Pescante -. Tutte le spiegazioni date finora, dalla turnazione intercontinentale alla mancata disponibilità di Gianni Letta a presiedere il Comitato Olimpico, sono semplici alibi». «Ho parlato con Letta e Berlusconi - aggiunge Alemanno - e non ho ricevuto alcun segnale negativo». Anche il capogruppo comunale di An, Marco Marsilio, ricorda come «Veltroni non sia il padrone della città e comunque, a scanso di equivoci, siamo pronti a dargli un mandato pieno qualora il Governo decidesse di impegnarsi fattivamente». Più duro il suo omologo di Fi, Michele Baldi: «Le dichiarazioni di Veltroni sul tema sono false e strumentali». Commenti che anticipano il botta e risposta serale tra il sindaco e Alemanno: «Il Campidoglio è molto legato alla candidatura olimpica - sottolinea Veltroni -. C’è dunque bisogno di un impegno dei leader del centrodestra e serve quel via libera, finora negato, a Gianni Letta presidente del Comitato». Quindi l’affondo finale: «Perché aspettare settembre?». «Berlusconi, Fini e Casini si sono già espressi chiaramente a favore della candidatura di Roma - replica Alemanno -. Il centrosinistra piuttosto firmi la mozione della Cdl». E la storia continua. (...) Veronica Ciccone in arte Madonna, arriva finalmente nella Capitale per il suo «Confession Tour». Dopo il concerto del Colosseo con Billy Joel e Bryan Adams, arriva un altro degli appuntamenti clou, il più atteso tra i di quest’estate romana, perché lo show di Madonna si prospetta come un evento unico nel suo genere. E, oltre gli scandali, i vizietti da star per Madonna di certo non mancano. Un camerino con candele e rose bianche, un water nuovo ogni giorno, mille persone di entourage: sono solo alcuni dei numeri del «Confession Tour».
Si dice anche che la popstar italoamericana abbia chiamato sua figlia Lourdes per scusarsi degli scandali per la sua esibizione a dir poco profana sulle note di Live To Tell. Quarantasette anni, di cui 23 di carriera alle spalle e più di 250 milioni di dischi venduti, Madonna si definisce «un’artista» e non vuole essere chiamata popstar. Soffre di insonnia e vuole avere sempre tutto sotto controllo. Adora scrivere canzoni su un quaderno, stesa sul pavimento perché le ricorda quando viveva in una topaia senza mobili. La struttura è da «grandi numeri»: un enorme palco, contornato da due drappi con cavalli luccicanti stampati sopra, 200 tonnellate di equipaggiamento; 27 persone, compresa Madonna, i 22 ballerini e la band. In più, otto paia di scarpe e sette costumi cambiati ogni sera dalla cantante, 400.000 watt di potenza per accendere le mille luci e gli schermi che trasmettono immagini senza sosta.
Il concerto-spettacolo inizierà con un set del Dj Paul Oakenfold. Subito partirà la potente macchina dello show. All’inizio molte immagini di cavalli, carezze erotiche agli animali, immagini che ricordano la caduta da cavallo di Madonna stessa e persino un cavallo meccanico per la celeberrima Like a Virgin. Momento chiave dello show sarà proprio il classico Live to Tell, con la contestata apparizione della cantante su una enorme croce fatta di centinaia di specchietti, con una corona di spine attorno al capo. Il Confession Tour, come sempre le tournée di Madonna, è un assemblaggio di materiali visivi diversi e vari momenti della sua carriera riarrangiati nel sound del momento, per un’artista da sempre capace di dettare le mode, di rinnovarle ed anticiparle.
La regia dello show è affidata ancora una volta al fido Jamie King mentre Stuart Price ne sarà il musical director. I costumi di Madonna e del suo corpo di ballo saranno affidati a Jean Paul Gaultier e ad Arianne Phillips.

L’apertura dei cancelli dell’Olimpico è alle ore 16.

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