La Cei: "I preti in piazza al Family Day, i vescovi no"

La Chiesa si mobilita per la manifestazione del prossimo 12 maggio. Monsignor Betori: "La nota sui Dico è stata prima approvata dal Vaticano. Bagnasco? Compreso male". Timori sul testamento biologico

La Cei: "I preti in piazza 
al Family Day, i vescovi no"

Roma - La nota della Conferenza episcopale italiana sulle coppie di fatto ha avuto l'avallo del Vaticano: lo ha reso noto il segretario della Cei, monsignor Giuseppe Betori. «Non ci siamo mossi senza aver sentito la Santa sede», ha detto il presule nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi a conclusione del Consiglio permanente dei vescovi. Poi l'altro prelato ha aggiunto che i vescovi non saranno in piazza il prossimo 12 maggio quando si svolgerà a Roma il Family day, al contrario i parroci potrebbero essere presenti soprattutto se le associazioni laicali si appoggeranno dal punto di vista organizzativo anche sulle parrocchie. Allo stesso tempo i vescovi «esprimono il loro appoggio alla manifestazione nazionale "Più famiglia" che si terrà a Roma il prossimo 12 maggio».

Il segretario generale della Cei interviene poi sulle polemiche scaturite dalle dichiarazioni del presidente dei vescovi. «Monsignor Bagnasco è stato compreso male, anche a causa dei titoli scelti da agenzie di stampa. Ma il suo richiamo ai fondamenti dell'etica resta valido, al di là degli esempi fatti, che non intendevano mettere sullo stesso piano cose che sono diverse». Betori chiarisce così l'equivoco nato sabato scorso. «Lo ha detto anche Benedetto XVI - ha ricordato Betori - il rischio è quello di seguire aspettative, desideri e brame. Il convergere sui desideri espone al rischio di un passaggio da comportamenti considerati illeciti a comportamenti leciti. Solo se fondiamo su una base forte il riferimento normativo siamo sicuri che questo non accada».

«Monsignor Bagnasco - ha spiegato Betori - utilizza espressioni sempre articolate e complesse che le agenzie devono ridurre a un titolo. Quel che dispiace è che il dibattito poi prende per riferimento non la notizia ma addirittura il titolo dell'agenzia. Prima di intervenire invece bisognerebbe leggere i testi» In ogni caso, secondo il segretario della Cei, «se riandiamo al senso del discorso è chiaro quello che vuol dire: il riferimento etico non può essere ancorato alla maggioranza ma ha bisogno di un fondamento antropologico. Gli esempi poi potrebbero essere 10mila, conta la sostanza».

Quanto alle misure di protezione prese dopo le scritte comparse sulla cattedrale di Genova, Betori ha affermato che «sono misure prese in sede locale, relative alla situazione di Genova. A livello nazionale non abbiamo notizie al riguardo».

 

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