Il censimento dei nomadi al via in un campo abusivo

Il censimento della comunità nomade di Roma è ufficialmente iniziato ieri pomeriggio in un insediamento abusivo di via della Magliana Vecchia, all’altezza di via Candoni, alla periferia ovest della Capitale. Nel campo vivono circa 50 rom di origine romena accampati in una ventina di tende da campeggio. L’insediamento è raggiungibile attraverso un piccolo sentiero nascosto tra le canne e la vegetazione. Circa dieci gli operatori della Croce Rossa che hanno raccolto i dati degli abitanti del campo che verranno poi trasferiti nei documenti approntati d’intesa con il commissario straordinario all’emergenza nomadi di Roma, il prefetto Carlo Mosca. Così come per la prova generale di venerdì scorso a Corviale, anche ieri c’era un affollamento di giornalisti e cineoperatori che hanno seguito le operazioni di censimento. Tutto ciò a dimostrazione della sensibilità della Cri che, conoscendo l’importanza dei media - anche sulla scia delle polemiche a proposito della cosiddetta insicurezza “percepita” dai cittadini - sta cercando di trasmettere un’immagine rassicurante dei campi nomadi, per far passare l’idea che l’unica cosa della quale c’è bisogno è quella di dare maggiore assistenza (e, magari, aiuti economici ancora più consistenti) agli stessi nomadi. Ecco perché è stato anche rimarcato che, a differenza della scorsa settimana, nessuno degli abitanti del campo si è allontanato alla vista degli operatori della Croce Rossa e dei giornalisti.
Sull’avvio del censimento nei campi nomadi della Capitale è intervenuto anche il sindaco Gianni Alemanno: «La missione dell’Osce che arriverà nei prossimi giorni, e le altre missioni internazionali - ha detto il primo cittadino - confermeranno che non c’è nessuna discriminazione. La nostra intenzione è quella di dare un’identità ai cittadini, italiani e non, non c’è una discriminazione né di carattere etnico né di carattere culturale». «Si cercherà - ha sottolineato Alemanno - di fare uno sforzo per avere una identificazione di tutte le persone che sono presenti nel territorio romano per evitare che ci siano situazioni non definite, di sfruttamento e mancanza di sicurezza». In via della Magliana ieri c’era anche il presidente nazionale della Croce rossa Massimo Barra che ha commentato, invece, la proposta del ministro degli Interni, Roberto Maroni, di dare la cittadinanza ai bambini nomadi abbandonati, ma nati in Italia. «Ogni volta che si parla di azione umanitaria la Croce Rossa non può che essere soddisfatta».

Riferendosi alla proposta di Maroni, il presidente della Cri ha affermato: «Non crediamo che sia un fatto molto diffuso, però è positivo che si parli anche in termini umanitari di questo problema e non soltanto in termini repressivi. Ciò è indicativo di un clima che va nella direzione giusta ed è frutto di questa attenzione che a noi non può che fare piacere come agenzia umanitaria».

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