Censura di «piazza» dei disobbedienti

Emanuela Ronzitti

A poche ore dall’invasione dei disobbedienti scesi in strada per protestare contro la riforma Moratti, la Capitale viene ancora una volta messa in ginocchio e vive attimi di terrore. Stavolta però la guerriglia urbana si trasferisce dal centro storico alla Garbatella. Ancora una volta in nome dell’occupazione, in nome di un territorio marcato dal colore «rosso», quello che tinge le bandiere dei manifestanti appartenenti al centro sociale «La strada» chiamati a raduno per impedire il regolare svolgimento di una manifestazione organizzata dall’ala sociale della destra romana.
«An: con il vostro passato per voi non c’è futuro» è uno degli slogan che anima già dalle prime ore del pomeriggio l’aggressione verbale contro il gruppo di An capitanato dal vicepresidente del consiglio comunale di Roma Fabio Sabbatani Schiuma, dal capogruppo di An alla Provincia Piergiorgio Benvenuti, e dal consigliere municipale di An Moretti. Un’invasione di campo, quella in piazza Eugenio Biffi, che non è piaciuta ai no global del quartiere che rivendicano la proprietà di un quadrante legato moralmente ai martiri delle Fosse Ardeatine. Un’occupazione che ha «il sapore di un’invasione» esordisce Gianluca Peciola, assessore alle Politiche culturali dell’XI municipio in quota Action: «Qui la destra radicale - aggiunge con tono aspro - non può venire, fuori i fascisti da questo quartiere».
Alle sei di pomeriggio l’atmosfera si scalda, la piazza si spacca in due, da una parte il gruppo di An che nonostante le minacce dà il via alla manifestazione, dall’altra si percepiscono i sintomi della guerriglia. Partono i primi insulti e i primi tentativi di sfondare l’insufficiente cordone messo in piedi dalle forze dell’ordine. «Il proprietario del locale davanti al quale dovevamo svolgere l’incontro è stato minacciato - tuona Sabbatani Schiuma - ma non ci intimidiscono, la prossima campagna elettorale la faremo nelle piazze, i cittadini devono sapere qual è il clima di terrore nel quale siamo costretti a fare politica sotto autorizzazione di Veltroni che sponsorizza questa feccia». A censurare il clima di intolleranza anche Piergiorgio Benvenuti: «Questa è una ciurmaglia legalizzata, la stessa che ha fatto disordine a Bologna, senza idee e che va avanti a suon di manganelli».


Il quadrante Marconi, Ostiense e Garbatella secondo Benvenuti «è piombato in una morsa di tensione estremistica grazie alla presenza di numerosi centri sociali foraggiati dalla sinistra, e le minacce alla mia persona nell’ultimo periodo ne sono una conseguenza».

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