Politica

La censura radicale fa infuriare la rete

da Roma

Che il rischio fosse quello di lasciarsi un po’ prendere la mano, in fondo lo sapevano bene pure gli ormai eterni duellanti di casa Radicale. Ribattezzata per l’occasione - e con buona lungimiranza - Casa Pannella, in onore della storica sit com all’italiana con la coppia Vianello-Mondaini. Ma che lo scontro tra Marco Pannella e Daniele Capezzone strabordasse sulla rete fino a scatenare una vera e propria rivolta dei blogger contro Radio Radicale e il neosegretario di Torre Argentina Rita Bernardini, forse non se l’aspettavano neanche i diretti interessati.
Ma andiamo con ordine. Venerdì scorso, sul sito del blogger Daw - http://daw.ilcannocchiale.it/, tra gli italiani uno dei più cliccati - appare un video che fa la parodia all’ormai nota direzione dei Radicali in cui Pannella e Capezzone se ne dicono di tutti i colori, bestemmia di Emma Bonino compresa. Le immagini della riunione, scaricate dal sito di Radio Radicale, sono rimontate e fanno il verso a Casa Vianello con tanto di musica originale in sottofondo. Del video ne parlano Repubblica (che lo linka sul suo sito) e Studio Aperto, così che su You Tube (la videoteca internet più visitata della rete) se lo vanno a vedere oltre 100mila persone. A questo punto, però, il responsabile del sito di Radio Radicale, Diego Galli, decide di farsi sentire con l’autore del montaggio. E invia al «Caro Daw» una prima mail dai toni molto cortesi per chiedergli di «citare la fonte» del filmato originale. Daw si scusa («mi è sfuggito») ed esegue. Senonché Galli invia un’altra mail, e questa volta Daw non è più «caro». Il link, lamenta, «è nascosto» e dovrebbe essere più visibile. Ti faccio presente - aggiunge - che oltre a dare «una versione distorta di quanto accaduto», senza inserire il link all’integrale non dai la possibilità a chi vuole di farsi una sua opinione. Questa volta il blogger non gradisce. «Mi accusi - risponde - di dare una visione distorta, ma ti faccio notare che oggi la notizia non è la riunione dei Radicali (argomento vecchio), ma Casa Pannella». Passa neanche un’ora e, nonostante Daw abbia già inserito la fonte, arriva la diffida del sito di Radio Radicale per mano dell’avvocato Alessandro Di Gioia. A questo punto, Daw decide di chiudere la querelle e ritira il video che ora troneggia sul suo blog con su scritto «Censurato».
Bastano poche ore e il mondo della rete va in subbuglio, con lo sdegno di centinaia e centinaia di blogger. Tra cui molti radicali. «Rischiamo - scrive Federico Punzi, membro del direttivo del partito - non di essere seppelliti dal “regime”, ma da grasse, grosse, risate». Sulla querelle intervengono pure Capezzone e la Bernardini. Con il primo che critica la decisione «autolesionista» di inviare la diffida e ringrazia divertito Daw. E la seconda che definisce «incredibile la marea montante di polemiche contro il sito di Radio Radicale» e risponde al blogger con un «nun ce prova’». Le nostre riunioni - è il ragionamento del neosegretario - sono disponibili in rete e quello che si chiedeva era solo di «citare la fonte». Una linea che però non trova adepti, né a Torre Argentina né sulla rete. I blogger continuano a ironizzare contro «un cavillo da azzeccagarbugli burocrati» usato come «espediente per punire chi disturba in qualche modo il manovratore». La lettura è univoca: «La questione Daw è un capitolo della guerra che i pannelliani hanno dichiarato a Capezzone». Eloquente il commento di Punzi sul suo blog. «C’è un momento - scrive - in cui la giusta richiesta di Radio Radicale affinché Daw rispettasse i termini della licenza cambia natura e oggetto, che diventano “politici”». Conferma Daw, all’anagrafe Diego Destro: «Sono finito in mezzo allo scontro Pannella-Capezzone». E la diffida - spiega - è arrivata perché, nonostante l’esito del congresso, grazie al video Capezzone si è ritrovato di nuovo su giornali e tg.

E da oggi - annuncia Daw - Casa Pannella è di nuovo on line.

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