Centri sociali, è iniziata una settimana di paura

Con il presidio della sinistra radicale in Prefettura, inizia oggi una settimana di passione in vista del corteo di Forza nuova, in programma per sabato 22, ma non ancora autorizzato. E per questo ieri Fn ha chiesto un incontro con il prefetto. Ma le settimane di passione potrebbero salire a due, perché il 29 ci sarà un raduno-concerto degli Hammerskins milanesi. Troppi guai per eseguire anche gli sgomberi dei Centri sociali Leonka e Malfattori: previsti per ieri e subito rinviati.
Dunque l’intera galassia antagonista ha ripreso a rullare i tamburi di guerra per i due appuntamenti, non contenti dei disagi causati il mese scorso per l’anniversario dell’omicidio di Sergio Ramelli, giovane missino, ucciso nel ’75 da picchiatori di Avanguardia operaia. In quei giorni la città fu attraversata da cortei che scandivano raffinati slogan tipo «Uccidere fascisti non è reato». Le iniziative della destra, in parte ridimensionate, furono possibili solo perché le forze dell’ordine si schierarono per impedire contatti tra le fazioni.
E adesso si ricomincia. Forza nuova ha organizzato per le 15 di sabato una manifestazione contro lo strapotere delle banche, chiamando a sfilare da piazza Oberdan al Duomo, tutte le formazioni dell’estrema destra europea. All’appello hanno risposto gli spagnoli di Democrazia nazionale e i greci di Albadoro. Ma soprattutto gli ungheresi dell’Hvmi, movimento giovanile dello Jobbik, partito che alle recedenti elezioni ha sfiorato il 20 per cento. Al termine della sfilata il loro leader, Laszlo Toroczkai, parlerà insieme a Fn Roberto Fiore di Fn. Sempre se ci sarà corteo. Questa notte infatti i militanti di destra hanno tappezzato la città con i manifesti che annunciavano l’evento, senza aver ancora l’autorizzazione. Prefetto e questore tracheggiano, nella speranza di convincere Fiore a rinunciare alla sfilata, difficile da proteggere, per ripiegare su una bella piazza, magari in periferia, più semplice da chiudere agli ospiti indesiderati.
E proprio in questa situazione di incertezza si sta inserendo la pressione della sinistra, istituzionale e radicale. Nei giorni scorsi Cgil e Anpi hanno lanciato appelli affinché a Forza nuova venga negato il permesso. Oggi alle 18 ci sarà invece il presidio dei Centri sociali in Corso Monforte davanti al Palazzo del Governo, affinché il prefetto decida in tal senso. Quindi la comitiva si sposterà al Centro sociale Transiti, dove alle 21 si svolgerà un’assemblea. Giovedì alle 11 ancora tutti in piazza, Fontana per la precisione, per la conferenza stampa «open air» davanti alla Banca dell’Agricoltura. Mentre sabato 22 maggio «La mattina e la sera attraverseremo la piazza di Via Padova, piazza antirazzista e dunque antifascista» recitano i siti web antagonisti che annunciano il concentramento delle 14 in Piazza XXIV Maggio «per un corteo e una mobilitazione cittadina, per riprendersi con la lotta, la musica, la cultura, la città». Messaggio, neppure tanto subliminale: «Se date la piazza ai fascisti, vi ribaltiamo la città». E in questo contesto la destra sta cercando di sfuggire alla tenaglia. Ha chiesto un incontro al prefetto e fa sapere che difficilmente accetterà di farsi relegare in una piazza. Che non sia almeno Oberdan o i Bastioni.
Dal clima infuocato hanno tratto giovamento un paio di Centri sociali sotto sgombero.

Ieri all’alba decine di antagonisti si sono trovati in via Watteau 7 e Torricelli 19, per difendere il Leoncavallo e il Malfattori con i loro corpi. Levataccia inutile: entrambi gli sgomberi sono stati rinviati rispettivamente al 19 luglio e 25 novembre.

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