Siamo ormai in troppi a domandarci perché un centro storico così unico e bello sia diventato invivibile, costringendoci a cambiare quartiere se aspiriamo al rispetto dei nostri legittimi diritti.
Perché mai le richieste dei cittadini non vengono prese in considerazione e perché il Comune, con comportamenti di vario genere, evidentemente favorisce personaggi che vivono ai margini della legalità approfittando di uno stato di scandalosa confusione amministrativa? Perché mai il centro storico è diventato terra di nessuno, dove tutto è lecito e dove alcuni locali sono abusivi da anni e possono continuare ad agire indisturbati al di fuori delle regole di legalità, di civiltà e di pubblica sicurezza? Dobbiamo davvero appostarci dietro alle finestre a filmare gli illeciti per esser creduti? È questo il programma di riqualificazione e valorizzazione del centro storico?
La mia personale vicenda è estremamente significativa perché evidenzia come l'assenza o l'inefficienza delle istituzioni nel garantire il rispetto delle leggi crei il substrato favorevole allo sviluppo delle condizioni di illegalità e prepotenza e come la mancata applicazione della legge in maniera autorevole e tempestiva induca un clima di insicurezza e di sfiducia, che mina le basi della democrazia, della socializzazione e del reciproco rispetto: sono infatti omai sette anni che segnaliamo al Comune un'attività completamente abusiva senza alcun risultato concreto con l'unica immaginabile conseguenza di aver creato un clima di discussioni e discordia tra vicini, dove chi ha meno scrupoli può prevaricare sugli altri.
Per quanti anni un povero cittadino deve denunciare una evidente violazione di legge perché questa venga impedita? E perché mai siamo costretti a ricorrere al tribunale, già intasato di pratiche, per vicende chiaramente createsi a causa dell'incompetenza amministrativa ed alla forte disattenzione delle istituzioni preposte al contrasto dei fenomeni di illegalità?
Viene un piccolo dubbio che forse non si tratti propriamente di inefficienza, visti gli interessi economici che ruotano attorno al valore delle licenze commerciali in centro storico.
Se si permette di agire indisturbati a quanti se ne infischiano della legge, si vanificano gli sforzi dei cittadini ed il patrimonio pubblico degli investimenti destinati al risanamento di questo quartiere.
Quando chiamo la Polizia Municipale per segnalare qualche problema mi viene risposto che i Vigili hanno il divieto di venire in centro storico di sera se non accompagnati da una pattuglia della Polizia o dei Carabinieri per ragioni di sicurezza. E noi semplici e poveri cittadini che ci abitiamo, abbiamo diritto anche noi ad una guardia del corpo per farci accompagnare a casa?
Se si riconosce esplicitamente la pericolosità del centro storico, perché la Pubblica Amministrazione non fa nulla per cambiare questa situazione? O forse si preferisce non interferire del tutto con certe attività illegali? Ma avrei un'altra domanda: quali risultati garantiscono i Dirigenti che guidano gli uffici comunali? Hanno davvero i mezzi e gli strumenti necessari per agire o sono incastrati da un sistema che non definisce le responsabilità e quindi di fatto non garantisce risposte ai cittadini? Ma questa grande macchina amministrativa non è forse stata creata proprio al fine di garantire il soddisfacimento dei fabbisogni del cittadino (quello onesto)?
Dove vanno a finire allora i soldi dei contribuenti? A tutelare forse proprio chi, in quanto illegale, non versa i contributi?
Sarebbe molto utile capire a questo punto come possiamo dialogare stabilmente ed efficacemente con le Istituzioni e come si possa ristabilire quel rapporto di fiducia e di reciproco sostegno senza il quale amministrare una città diventa problematico. Rivolgo queste domande anche all'Assessore allo Sviluppo, Mario Margini, e cito volentieri una sua recente dichiarazione: «La non tolleranza con gli abusi è la sola via per una convivenza civile».
Ma allora, gentile Assessore, soprattutto in considerazione della sua candidatura come futuro Sindaco, perché non cominciare a fare un po d'ordine proprio nel settore Commercio?
Gentilissima signora Pederzoli, per diversi anni prima lex Pci e poi i Ds non hanno mai voluto che si intervenisse nei carruggi ritenendoli zona franca per unumanità meno fortunata e proletaria. Era ed è unipocrisia. Una delle tante su cui campa la sinistra. Di fatto si voleva mantenere unarea storica al di fuori da eventuali ristrutturazioni edilizie e nello stesso tempo si chiudeva un occhio sulla dilagante microcriminalità dovuta, dicono loro, alla società capitalistica. Il giochetto, però, funzionava fino a quando erano allopposizione.
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