Un cervellone elettronico per domare e curare il pazzo calcio mercato

Quante volte, malignamente, si pensa che, in una trattativa particolarmente difficile da concludere, il passo decisivo per la società acquirente sia rappresentato dal pagare una somma in più al procuratore del giocatore, che riesce a fare pressioni sia sull’assistito per accettare il trasferimento che sul club che deve vendere?
Bè, dedicato a tutti i dietrologi, la Fifa ha deciso di mettere un freno a queste operazioni, qualora siano vere, e in ogni caso a tutte le illazioni al riguardo. La sigla magica che si cela dietro a questo ambizioso obiettivo è “TMS”, Transfer Matching System (Sistema di controllo dei trasferimenti): una sorta di cervellone che registrerà tutto, dalle informazioni sui giocatori, ai dati dei club, alle procure degli agenti e le eventuali commissioni. Sarà l’arma con cui si combatterà contro agenti disonesti, fondi neri e riciclaggio. La tecnologia al servizio della trasparenza, questo lo slogan: «Si tratta di un passo importante verso una migliore governabilità del calcio, come richiestoci dalla federazioni» ha spiegato Jerome Champagne, direttore delle questioni internazionali della Fifa.
Un passo delicato riguarda gli intermediari e i rapporti con le società. Il sistema attuale non dà abbastanza garanzie, soprattutto perché nel mercato operano troppi intermediari senza licenza ufficiale: il Tms vigilerà anche su questo. E se i club si troveranno di fronte ad agenti di questo tipo, dovranno denunciarlo: in caso di omertà scatteranno le sanzioni. «E saranno particolarmente dure» annuncia Marco Villiger, direttore del settore legale della Fifa.
Supervisionati trasferimenti e intermediari, il cervellone vigilerà anche sulla questione dei minori. «Per limitarne i trasferimenti abbiamo deciso di aumentare l’indennizzo di formazione al club, ciò dovrebbe limitare le “razzie” di ragazzini da parte di certe società europee» ha detto Champagne.
Attualmente un centinaio di federazioni, compresa quella italiana, aderiscono al progetto ed entro il prossimo marzo tutte le 208 federazioni che compongono la Fifa dovrebbero utilizzarlo. A dire il vero, la sensazione è che il Tms non abbia fatto breccia nei cuori dei paesi più importanti: nella rete italiana, per esempio, si trovano poche notizie. La sorpresa è che ne parlano, e diffusamente, molti paesi cosiddetti “piccoli” come Guatemala, India, Vietnam o Kenya. Probabilmente il terzo mondo del calcio spera che il cervellone gli dia una mano in quelle situazioni-limite che contribuiscono ad aumentare un divario già enorme: pensiamo ai procuratori senza scrupoli che prendono sotto la loro protezione decine di ragazzini africani per poi portarli in tutta Europa promettendogli un ingaggio. Se trovano squadra, tutti felici.

Se invece nessuno si interessa ai giocatori, il procuratore li abbandona lasciandoli al loro destino.
Ebbene, col Tms tutto questo non succederà più: basta timori di irregolarità o accordi sottobanco. E non è un caso che sia proprio la Fifa a scacciare una paura...

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