C’era una volta il Fabio allenatore vincente, una sorta di Re Mida della panchina. E c’era una volta il Fabio capitano dell’Italia campione del mondo, Pallone d’Oro e Fifa World Player nel 2006. La loro esperienza a Madrid (nuova per il difensore napoletano, dal sapore di minestra riscaldata per il tecnico) è risultata fallimentare.
Fabio Cannavaro, che ha fatto di recente autocritica e un bilancio poco lusinghiero sulla sua stagione al Real, si è almeno risparmiato la partita dell’eliminazione dalla Champions league a causa di un problema agli adduttori accusato in allenamento. In molti - dopo gli «orrori» della difesa madridista, in particolare quello lampo di Roberto Carlos - hanno rimpianto la sua assenza all’Arena di Monaco. Il dirigente bianconero Gianluca Pessotto starebbe lavorando a un possibile ritorno alla Juventus del difensore. Che a un certo punto dell’annata è stato considerato all’interno dello spogliatoio merengues una «spia» del detestato Capello. «Questi mesi sono stati molto difficili per me, ora sto bene qui, ma a fine stagione si vedrà», ha dichiarato di recente Cannavaro, contrariato dalle enormi difficoltà incontrate nella sua avventura nella Liga. Che potrebbe anche finire a giugno, con un clamoroso e immediato ritorno in Italia.
Fabio Capello ha invece incassato dal presidente Calderon una fiducia a tempo, più di forma che di sostanza. Segno del destino, sarà la sfida di domani sera con il Barcellona (che, eliminato dalla Champions, non sta vivendo ore migliori, con Riijkaard contestato) a decidere la sua sorte. «Ha la corda al collo», ironizza il titolo del portale spagnolo Mercafutbol dopo la sconfitta con il Bayern. Sui giornali è sotto accusa l’impostazione iperdifensivistica della partita e il tempo impiegato per cambiare Emerson con Guti. Calderon ha già scaricato di fatto il dg Mijatovic (che l’aveva convinto a ingaggiare Capello e non il tedesco Schuster) e Franco Baldini, «promuovendo» il dirigente Josè Angel Sanchez. E ora fa i conti per la liquidazione del tecnico: più o meno la metà di quello che resta del suo contratto da circa 16 milioni di euro (5 l’anno per tre stagioni più i premi doppi). «Il problema - precisa Calderon - non è economico, ma tecnico. Bisognerà analizzare la situazione, anche con lui: dovrà confermarci di essere in grado di andare avanti». Uno dei giocatori più rappresentativi, Raul, ammette che «nell’annata sono successe cose strane e sicuramente ci sono dei responsabili. Meglio fare le riflessioni alla fine, anche se quando le cose non vanno a volte si cambia...».
In difesa di Capello interviene Arrigo Sacchi: «Allenare il Real è una mission impossible, per Capello la vita a Madrid è un inferno. Non sono mai stato un suo difensore, ma credo che neanche il più grande didatta, in un ambiente con poca disponibilità e con molta superficialità e arroganza, sarebbe riuscito a dare un gioco spettacolare e vincente».
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