Che gaffe l’omaggio a Straub&Huillet

da Venezia

Velleitario regista americano, Cameron Crowe (Elizabethtown), è rimasto imbarazzato - si dice, e pare verosimile - per il premio alla carriera inventato dal resto della sua giuria (Catherine Deneuve, Paulo Branco, Bigas Luna, Michele Placido, Park Chan-wook, Chulpan Khamatova) per Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. «Proprio alla vigilia dell'anniversario dell'11 settembre... », avrebbe detto.
Il riferimento non è certo al film di Straub & Huillet, Quei loro incontri, noioso esempio di cinema antispettacolare o semplicemente di anticinema, tratto dai Dialoghi di Leucò di Cesare Pavese, che era in concorso alla Mostra. Non c'era politica diretta lì e ce n'è poca anche nel complesso dell'opera dei due registi che è stata premiata. Negli Stati Uniti, difficilmente l'ex critico di Rolling Stones avrà potuto vedere i loro film precedenti, sempre che gli interessassero (c'è da dubitarne).
A stimolare la giuria a dare un riconoscimento per «l’innovazione del linguaggio», ma che va letto piuttosto come un premio alla carriera di Straub & Huillet (sorta di supplemento al discutibile Leone d'oro per David Lynch, datogli per giustificare la proiezione del suo polpettone, Inland Empire), è stata la considerazione che per la prima volta i due erano in concorso e per l'ultima volta la Huillet, malata, avrebbe potuto ricevere un riconoscimento. Poi però c'è stato il comunicato che Straub ha fatto leggere alla conferenza stampa del suo film. Dopo un riepilogo delle sue partecipazioni nelle rassegna minori della Mostra, venivano queste parole: «Non potrei festeggiare in un festival dove c'è tanta polizia pubblica privata alla ricerca di un terrorista - il terrorista sono io - e vi dico, parafrasando Franco Fortini: finché ci sarà il capitalismo imperialistico americano, non ci saranno abbastanza terroristi nel mondo».
Straub proseguiva ringraziando il direttore della Mostra, Marco Müller «per il suo coraggio». Del resto tutti quelli che hanno avuto un premio della Mostra, ieri sera, sono saliti sul palco ringraziando Müller, mentre a Cannes o a Berlino nessuno riceve premi ringraziando i direttori... Crowe deve essersi quindi sentito un po' solo, lui così abituato a passare per un genio.

E deve aver pensato che apparire come premiatore - sia pure in eletta compagnia - di un apologeta del terrorismo, avrebbe compromesso la sua già non esaltante carriera. Madame Deneuve, che ha immagine di gran signora, stavolta ha fatto una gaffe.

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