«Chi lavora deve ribellarsi contro gli anti-italiani»

MonzaSilvio Berlusconi sfodera l’inglese davanti agli amici-colleghi brianzoli. «Quando incontro gli altri primi ministri stranieri, mi dicono “How hard you are”, quanto sei duro. È successo anche all’ultimo G20. Leggono i loro giornali imbeccati da un quotidiano italiano che non ha avuto alcun limite nel gettare discredito su di me e il nostro Paese. E aggiungono: nessun altro uomo politico al mondo avrebbe potuto sopportare metà degli attacchi rivolti a te». Il premier ritorna sulla violenta polemica dell’altro giorno contro chi «sputtana» l’Italia. Lo fa giocando in casa, davanti a una platea di amici e colleghi, gli industriali della Brianza riuniti in assemblea in un salone dell’autodromo di Monza, che lo applaudono convinti.
Berlusconi invita a una «ribellione generale contro questo insensato agire anti-italiano». Una reazione di massa «perché chi attacca il presidente del Consiglio attacca il Paese intero, il suo sistema produttivo, le sue forze migliori, il made in Italy». Il premier scuote i colleghi, li chiama «eroi del lavoro», e ripete che è l’ora della scossa contro la deriva anti-italiana. Il Cavaliere sente di giocare in casa, dopo l’inglese usa il dialetto: «Voi pensate al benessere e alla creazione di ricchezza, per democrazia e libertà ghe pensi mi».
Aria familiare. E il premier sollecita gli industriali brianzoli ad approfittare di avere «un collega alla guida del governo perché in questo momento possiamo mettere in atto tutte le riforme a vantaggio e a sostegno del nostro lavoro. Questo esecutivo non ha precedenti nella diplomazia commerciale, grazie alla nostra politica estera le nostre imprese hanno ovunque un’ottima reputazione. Operiamo in perfetta sintonia con gli imprenditori».
A partire dal loro presidente, Emma Marcegaglia, che aveva elencato le priorità del mondo produttivo: Berlusconi la chiama «ministro honoris causa per l’attuazione del programma» offrendole anche il posto di vicepremier. Il numero uno degli industriali ha spezzato una lancia per Berlusconi: «Le istituzioni non devono delegittimarsi tra loro. Noi rispettiamo il presidente Napolitano perché così rispettiamo l’Italia, ma anche il governo è un’istituzione ed è grave l’atteggiamento di chi usa il lodo Alfano per delegittimarlo».
Parole che la Marcegaglia aveva detto anche sabato. Ma ieri pomeriggio si è spinta oltre: «Non bisogna scassare le istituzioni. E non vogliamo nuove elezioni. Il governo è stato eletto dai cittadini e deve andare avanti con più forza e determinazione di prima. Rimbalzi le polemiche, si concentri sul programma e faccia le grandi riforme. Su questo noi ci siamo, su questo lo giudicheremo».
Berlusconi ha preso al volo l’assist del presidente di Confindustria. «Andremo avanti - ha garantito - perché abbiamo una maggioranza forte e coesa, la maggiore legittimazione di tutti i governi occidentali e abbiamo vinto tutte le elezioni successive a quelle del 2008: abbiamo conquistato Roma, l’Abruzzo, la Sardegna, siamo andati benissimo alle europee e alle amministrative e a marzo faremo un altro grande risultato. Tutti i sondaggi lo confermano, il governo ha un apprezzamento del 54 per cento e il sottoscritto è al 68 per cento, un record assoluto. Nessun governo in Europa è apprezzato come il nostro».
«Non c’è attacco che tenga quando si è nel giusto e si ha la coscienza pulita», ha ripetuto il Cavaliere. «Non si può mettere sullo stesso piano chi attacca e chi è attaccato, e io non ho mai attaccato nessuno». Gli assalti hanno una provenienza precisa: una «frangia militarizzata della magistratura che mi prende di mira da 15 anni». Per il leader del centrodestra questa fetta di toghe vuole ricreare il clima dei primi anni 90, quando «una minoranza politicizzata della magistratura con la complicità dei media fece fuori i partiti che per 50 anni avevano garantito libertà e democrazia, nel bene e nel male. Nel ’94 abbatterono me inviandomi un avviso di garanzia mentre presiedevo un vertice internazionale.

L’allora capo dello Stato Scalfaro chiamò Bossi e gli disse: Berlusconi è nel burrone, vuoi finirci anche tu? Ma non ci sarà un nuovo ’94, perché ora c’è un grande movimento che riunisce tutti i grandi partiti che si oppongono alla sinistra, esiste un’alleanza d’acciaio tra Pdl e Lega e godiamo della simpatia della grande maggioranza degli italiani».

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