La Chiesa: «Su Maria mediamo noi»

Monica Bottino

da Genova

La soluzione del caso della piccola Maria, la bimba bielorussa trattenuta in Italia dalla famiglia Giusto che intende difenderla dal ritorno in patria dove ha subito abusi, potrebbe arrivare attraverso il Vaticano. È in questo senso che si sta muovendo in queste ore l’azione di alcuni vescovi liguri a tutela del bene della piccola nascosta dall’8 settembre. In prima linea c’è monsignor Domenico Bagnasco, arcivescovo di Savona, che ieri mattina ha incontrato il parroco di Cogoleto, don Danilo, portavoce dell’appello della famiglia Giusto.
Un appello che, se fino a ieri era caduto nel vuoto per la mancanza di reali interlocutori, oggi potrebbe trovare accoglienza nelle alte sfere vicine al papa Benedetto XVI. Anche perché nella stessa Minsk l’autorevolezza della Chiesa resta un dato indiscusso. Anche se il 14 giugno scorso sono state accolte le dimissioni del cardinale Kazimierz Swiatek, che a 92 anni ha deciso di ritirarsi dalla guida dell’arcidiocesi di Minsk-Mohiev, pare che il suo carisma sia comunque recepito dallo stesso presidente Lukascenko.
Oggi è l’ausiliare Antoni Dziemianko a essere stato nominato amministratore apostolico della sede vacante e forse potrebbe essere proprio l’alto prelato il tramite per effettuare una mediazione seria direttamente con il governo della Repubblica di Belarus.
«Sono pronto a prendere contatti con l’ambasciatore Skripko - ha affermato ieri il vescovo di Savona, monsignor Calcagno -, credo che le garanzie della Chiesa potrebbero venire prese da entrambe le parti come un serio punto di partenza della madiazione». Mentre monsignor Calcagno attende il via libera dal Vaticano per proporsi ufficialmente come garante, si pensa a quali potrebbero essere i termini della mediazione. In Liguria ci sono due ospedali retti dalla Chiesa, il Galliera e il pediatrico Gaslini. È probabile che la proposta alla famiglia sia quella di riconsegnare la bambina ai medici di una di queste strutture che provvederebbero a nuovi esami sulla bambina verificando lo stato generale della piccola e le condizioni psicologiche. E potrebbero disporre cure adeguate.
Ma non ci sono solo solidarietà e mediazioni. Oggi ad Arenzano è prevista una manifestazione delle famiglie che accolgono o sono in attesa di adottare bambini bielorussi. Contestano i coniugi Giusto che stanno difendendo Maria dagli abusi perché vedono minacciati i loro rapporti con lo stato comunista.
Anche l’associazione «Insieme per Chernobyl» chiede l’intervento delle autorità per togliere la bimba ai coniugi di Cogoleto.

«Vogliamo difendere - si legge in un comunicato - il lavoro svolto in dieci anni di attività che rischia di essere vanificato per l’atteggiamento intransigente di una sola famiglia».
Non è un caso che proprio su questo terreno le autorità bielorusse hanno messo in atto le loro ritorsioni: bloccare i viaggi dei bambini e minacciare un blocco delle pratiche di adozione.

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