Sandro Benedetti
da Verona
Rabbia, cuore e determinazione. Sono queste le armi della matricola terribile di Mario Somma. L'Empoli riporta senza tanti giri di parole sulla terra il Chievo di Bepi Pillon in cerca di una vittoria di laurea, tre punti essenziali per aprire ai gialloblù sogni di gloria europea. Sogni che restano chiusi nel cassetto di fronte alla praticità dell'Empoli. Una squadra quella toscana, votata al risultato, smaniosa di ottenerlo con tutte le armi a disposizione. Somma si affida così alla testardaggine di Riganò, un attaccante magari inelegante, ma efficace quanto basta per creare scompiglio. Aggiungiamoci un tipetto velenoso come Tavano, uno in grado, come in apertura di ripresa, di estrarre dal classico cilindro la giocata che fa la differenza ed ecco spiegato l'Empoli offensivo. Quello difensivo è sana applicazione dei compiti affidati dal tecnico e in più, talvolta, una marcatura a uomo di stampo antico, ma sempre efficace. Il Chievo non è forse brillante come nelle ultime prestazioni, vedi i secondi tempi giocati a Roma con la Lazio e in casa con il Cagliari, ma ha il merito di non mollare, di non lasciarsi prendere dallo scoramento, di pescare da quelle qualità morali a cui il tecnico Pillon fa sempre riferimento. Il Chievo prende per i capelli una partita che gli stava sfuggendo pericolosamente di mano dopo la rete in apertura di seconda frazione di Tavano, replica con Pellissier, ma non ha la forza questa volta di dare un'altra spallata all'Empoli, il colpo grosso quello che spingerebbe i gialloblù in una classifica dal respiro europeo. L'Empoli così si conferma squadra da trasferta, insidiosa per le venete, vittoria a Treviso e pareggio a Verona, ma soprattutto ribadisce quelle che sono le sue armi migliori.
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