LInter rinuncia a Cristian Chivu, alza bandiera bianca e volta sdegnosamente le spalle alla Roma che, a un trattato di pace con la società nerazzurra, ha preferito i milioni del Real Madrid, ben 18 formalizzati ufficialmente dalle merengues con un fax arrivato ieri mattina a Trigoria. Avuta la «bella» notizia, Massimo Moratti, sempre a mezzo fax (a dimostrazione di come i rapporti personali si siano irrigiditi), ha comunicato allad giallorosso Rosella Sensi che «pur ribadendo la stima nei confronti del giocatore (e non della Roma neppure citata, ndr), non è più intenzione della società proseguire la trattativa per Chivu». Ovviamente la Roma ha accettato le offerte del Real, «condizionando la positiva conclusione delloperazione alla volontà del giocatore».
E qui, apriti cielo, con un Moratti furioso per il tradimento romano (ma anche del giocatore che si era già accordato sulla retribuzione economica di 4,5 milioni annui e che ha giocato al rialzo ottenendone 5,5 dal Real) e un Roberto Mancini addirittura imbufalito che, dalla Sardegna dove si trova in vacanza, non ha tardato a far pervenire i suoi strali per un acquisto che aveva fortemente richiesto. Qui torna in gioco Marco Branca, luomo mercato dellInter che col tecnico jesino, fin dai tempi della Sampdoria, non è mai andato daccordo e che, in questa stagione, sembra proprio non azzeccarne una. Prima il caso Suazo, risoltosi solo grazie allintervento di Mancini dopo che il Milan aveva già annunciato lacquisto del giocatore. Ieri la dolorosa rinuncia a Chivu ritenuto dal tecnico nerazzurro lunico difensore centrale in grado di fermare gli avversari e far ripartire velocemente lazione.
A questo punto la strategia dellInter cambia: occorre un centrocampista davanti alla difesa, il Pirlo della situazione, che sappia contenere e offendere. Scartato Emerson, restano in gioco il 26enne mediano maliano del Real, Mahamadou Diarra e il 20enne spagnolo dellArsenal Cesc Fàbregas. Le trattative con i due club sono già aperte, Branca ha già chiesto lumi sia a Madrid sia a Londra, ma la chiave di tutto è un certo Adriano, croce e delizia del popolo nerazzurro, il giocatore che dodici mesi fa era ambito da tutti e che ora nessuno vuole più comprare. Stranezze del calcio ma, soprattutto, stranezze del personaggio Adriano, un giocatore dagli enormi mezzi fisici, con la potenzialità di un campione, ma diventato come tutti gli altri, meno degli altri, proprio per un carattere volubile e una maturità non ancora raggiunta (malgrado non abbia più letà di un ragazzino bizzoso). È di ieri infatti lultima adrianata in unintervista apparsa sul sito brasiliano Globoesporte, che titola esplicito «Adriano conferma lepisodio di tentata estorsione e confessa che può cambiare squadra».
Queste le parole di Adriano che hanno fatto sobbalzare i dirigenti di via Durini: «Per ora sono dellInter, spero di fare una buona stagione nel prossimo campionato e dare motivo di gioia ai tifosi nerazzurri. Ma se succederà qualcosa, spero di essere ceduto. Un mio trasferimento? È difficile che lasci lInter, anche se è chiaro che mi piacerebbe giocare in squadre che mi facciano crescere, come il Milan e il Real Madrid, ma su questo non cè niente di concreto. Ora sto bene allInter».
Già, ora, ma domani? Quando Mancini lo lascerà in panchina o lo manderà addirittura in tribuna, preferendogli gli intoccabili Ibrahimovic e Crespo (che ha fatto scattare lallarme per lo stiramento riportato in coppa America a dimostrazione della fragilità delle sue fasce muscolari). Con speedy Suazo e il Cruz «risolviproblemi» pronti a subentrare in qualsiasi momento.
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