Choc all’Agricole: aumento di capitale da 5,9 miliardi

Il gruppo francese accusa nuove perdite e cambia strategia. Terremoto ai vertici

Choc all’Agricole: aumento di capitale da 5,9 miliardi


La sete lasciata da mutui subprime e derivati costringe il Crédit Agricole a cercare una nuova sorgente di liquidità per 5,9 miliardi. Il maxi aumento di capitale è stato deciso ieri a sorpresa dalla banque verte, che imita così gli antidoti straordinari contro la crisi già adottati oltre che dai colossi di Manhattan, dalla svizzera Ubs e dalla connazionale SocGen.
Completa la cura, la decisione dell’Agricole di fare dimagrire Calyon, la banca di investimento che più ha patito negli ultimi mesi, rafforzandosi per contro nel polo retail. In grado di assicurare alla banca redditi più stabili, in ossequio a quanto avrebbero chiesto a gran voce le casse regionali azioniste. Un cambio netto di strategia che, secondo voci molto ricorrenti in Piazza Affari, sarebbe accompagnato dal passo indietro dal capitale di Intesa Sanpaolo. La crisi finanziaria, che era già costata alla banca presente in Italia con Cariparma 4,2 miliardi, ha avuto un ulteriore impatto negativo nei primi tre mesi del 2008, calcolato in 1,2 miliardi. Una «fattura» che ha schiacciato l’utile netto trimestrale della banca guidata da René Carron a 892 milioni, decisamente al di sotto delle attese degli analisti e un terzo di quello di un anno prima. Abbastanza per consegnare all’Agricole, che ha di recente rinunciato alle proprie mire su Banca Marche, il triste primato di banca d’Oltralpe più colpita dalla crisi: il titolo ha perso ieri il 5,64% a 19,56 euro mentre nelle sale operative si diffondevano nuovi timori sull’intero comparto finanziario francese.
Domani i mercati si attendono, oltre ai risultati del primo trimestre, il benservito a Marc Litzler: il direttore generale di Calyon divenuto il bersaglio delle potenti Casse regionali del gigante verde per essersi imbarcato troppo a fondo nell’avventura dei crediti a rischio. Litzler, un ex della Société Générale ritenuto un grande specialista dei prodotti derivati, dovrebbe comunque rimanere a fianco di Georges Pauget, il direttore generale che lo aveva nominato alla guida di Calyon nell’ottobre scorso, per organizzarne la transizione.


Al momento non sarebbe tuttavia all’ordine del giorno una eventuale cessione di Calyon, ma solo un ridimensionamento. Né sarebbe in pericolo la poltrona di Pauget che, oltre ad essere responsabile della nomina di Litzler, è anche quello che ha più spinto la banca verso le attività di mercato.
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