Choc nell’asilo modello Sedativi ai bimbi vivaci

Lecce, inchiesta dopo la denuncia dei genitori che hanno trovato tracce di calmanti nelle urine dei figli. Indagate le due titolari

Choc nell’asilo modello 
Sedativi ai bimbi vivaci

Lecce - Era considerata una struttura modello, ma è finita in un tritacarne di sospetti e accuse gravissime. Al centro del caso esploso a Nardò, in provincia di Lecce, c’è un asilo che gode di ottima fama nella zona ma che qualcuno sospetta possa essere un nuovo castello degli orrori. Sarà l’ennesima psicosi o c’è del vero dietro le denunce dei genitori? Le accuse sono gravi: sedativi sarebbero stati somministrati in asilo ai bambini più vivaci per farli stare tranquilli. È l’ipotesi che stanno verificando i carabinieri di Nardò, che hanno avviato accertamenti dopo la denuncia di due coppie di genitori. Questi ultimi si sono rivolti ai militari dopo aver notato che i figli, una bimba di due anni e mezzo e un bimbo di tre, una volta tornati a casa avevano uno strano comportamento: erano assopiti, irritabili e spesso con eccessiva sudorazione. La procura di Lecce ha aperto un’inchiesta e le titolari, nonché maestre, dell’asilo, due donne di 35 e 37 anni, sono state iscritte nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di lesioni personali e abuso dei mezzi di correzione. Il loro avvocato, Simone Fontana, afferma «la totale estraneità ai fatti» delle proprie assistite.

L’asilo è attivo già da sei anni ed è provvisto di tutte le autorizzazioni. Gli investigatori sono alla ricerca di riscontri e hanno acquisito i risultati degli esami eseguiti su due bambine, le figlie delle coppie che hanno denunciato: dall’analisi delle urine è stata trovata traccia di benzodiazepine, sostanza contenuta in tranquillanti e sonniferi. Per il momento sono stati effettuati in tutto nove test su altrettanti bambini, e solo due sono risultati positivi.

La notizia ha provocato grande apprensione a Nardò, grosso centro a una quarantina di chilometri da Lecce. Ieri alcuni genitori hanno preferito lasciare a casa i figli, ma in tanti invece difendono l’asilo e continuano ad affidare i bambini alle due maestre e ai quattro collaboratori della struttura, dove ci sono circa sessanta scolari. «Non mi sento una mamma coraggio», dice una madre, che spiega: «Ho un bambino di cinque anni e l’ho iscritto sapendo di queste voci, ma erano state altre mamme a rassicurarmi sulla professionalità di chi vi opera». La struttura «conta moltissimo per il territorio» - dice un’altra mamma -: è «l’unica che garantisce certi orari».

Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Nardò, Antonio Vaglio: «Si tratta di un fatto di inaudita gravità», dichiara. «Speriamo – aggiunge – che tutto questo non risponda a verità, ma se dovesse essere accertata l’eventuale responsabilità di alcuni soggetti, le pene dovranno essere severe».

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