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CIAO STEVE

Cofondatore e ceo della Apple, è stato stroncato da un cancro al pancreas. Un genio sopra le righe. Obama: "Il mondo ha perso un visionario". Ha guidato l'azienda di Cupertino fino alla fine, ma ad agosto si è dovuto dimettere lasciando le redini a Tim Cook. E' morto, ma ci lascia i suoi motti: "Siate affamati, siate folli. GUARDA TUTTI I VIDEO. FOTO: 1 - 2 Raccontaci come Apple ti ha cambiato la vita   

CIAO STEVE

Alla fine il cancro al pancreas è stato più forte di lui. Steve Jobs è morto a soli 56 anni, dopo aver lottato fino alla fine. Così la Apple, l'azienda che ha fondato nel 1976, a soli 21 anni, con Steve Wozniak, resta senza leader carismatico.

Jobs non voleva arrendersi, tanto che a giugno è stato proprio lui, ridotto quasi a pelle e ossa, a presentare l'ennesima innovazione tecnologica di Apple, iCloud. Non sapeva che quella sarebbe stata l'ultima apparizione pubblica. Almeno fino alla fine di agosto, quando è stato costretto a dimettersi e a lasciare le redini a Tim Cook.

"Il mondo ha perso un visionario", ha detto Barack Obama. Un visionario che ha "inventato" l'interfaccia grafica e ha trasformato il computer in uno strumento veramente alla portata di tutti. Che qualche anno dopo ha stravolto il mondo della musica con l'iPod e l'ha "salvato" dalla pirateria con l'iTunes. Per non parlare di iPhone e iPad: cosa sarebbe senza questi prodotti il mercato di smartphone e tablet? 

Il mondo si stringe attorno all'uomo "che ha inventato il futuro". Persino i concorrenti - Microsoft e Google in testa - gli rendono omaggio, certi di aver perso un rivale, ma soprattutto un innovatore, che ha anticipato i tempi e spesso "creato" nuovi mercati: "Molte volte la gente non sa quel che vuole finchè non glielo fai vedere", sosteneva già nel 1998.

La commozione è tangibile anche nei commenti dei lettori del giornale: "Un genio", "ci ha cambiato la vita", "ci mancherai", sono le parole più usate. E poi le testimonianze di chi, seguace di Microsoft, ha scoperto da poco il mondo della Mela morsicata: "Niente di più di quello che serve, tutto quello che serve. Ora lavoro ancora su Windows ma con il mio MacBook; e telefono con iPhone (non guardo più le vetrine dei telefoni), leggo i libri con iPad e il computer di casa è un MacMini di vecchia generazione. Niente è stato più come prima ... ed è successo solo l'anno scorso. Ho fatto appena in tempo", scrive Mauro. 

Mentre il mondo si chiede cosa ne sarà ora di Apple, di lui ci restano le sue frasi, i suoi motti. Indimenticabile è il discorso che tenne nel 2005 davanti ai neolaureati dell'Università di Stanford: "Siate affamati, siate folli", esortava Jobs.

"Pensiamo che il Mac si venderà a zilioni. Noi siamo stati il gruppo di persone che ha deciso se fosse un buon prodotto o meno. Non abbiamo fatto ricerche di mercato. Volevamo solo costruire il migliore prodotto possibile", sosteneva nel 1985. E deve averlo pensato anche negli anni successivi. Del resto la tenacia era il suo forte: "Sono convinto che metà di ciò che separa un imprenditore di successo da uno senza successo sia la pura perseveranza".

Il suo mantra? "Focalizzazione e semplicità". Gli stessi valori che ha messo nei suoi prodotti.

E che li hanno portati al successo.

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