Per andare in fuga non ha aspettato il primo tornante ma che lultimo dei suoi compagni si addormentasse. Ha fatto il Giro della stanza, prima tappa Oussama, seconda tappa Rached, terza tappa Mehdi, e fatto rifornimento di portafogli, catenine, orologi e braccialetti. Poi se lè svignata in solitario, sessanta chilometri orari la media, staccando gli inseguitori, gregari addormentati, che manco si sono accorti che quella era la fuga decisiva. E invece del traguardo ha tagliato la corda. Una ruberia, o una Roubaix, come direbbero gli appassionati di ciclismo. Al Villaggio Mediterraneo, la cittadella dello sport, diciotto ettari di casa, dalle parti di Chieti, che in 462 appartamenti e 317 camere ospita i quattromila atleti che partecipano ai Giochi del Mediterraneo, sono rimasti molto colpiti, qualcuno nel parapiglia del risveglio persino allarcata sopracciliare. Lui, lArmstrong dellappropriazione indebita, il ladro in bicicletta, è un tunisino giovane giovane e tunisine sono le sue vittime, i suoi compagni di squadra della nazionale di ciclismo. Ma non si sa ancora chi sia. Il «Quotidien» di Tunisi che ha raccontato, stringato, il fattaccio non ne rivela lidentità: dice solo che «prima di abbandonare la squadra si sarebbe impadronito di piccole somme di denaro e di altri oggetti di proprietà dei suoi compagni». Non si sa poi neppure che fine abbia fatto visto che è sparito senza lasciare dietro di sé né un bigliettino né una borraccia. Lunica cosa certa, spiegano gli inquirenti, è che nel dileguarsi ha polverizzato il record dellora che il ceco Ondrej Sosenka ha stabilito quattro anni fa a Mosca, anche se il primato non sarà per il momento omologato. I compagni, il gruppo, hanno però promesso di perdonarlo: rifatti vivo, gli hanno mandato a dire, e ti accoglieremo con una festa tipicamente maghrebina, la danza degli schiaffi tirolese.
I Giochi del Mediterraneo questanno abitano a Pescara, partecipano tutte le nazioni affacciate sul Mare Nostrum tranne Israele e Palestina, più qualcuna che approfitta dellinvito dellOrganizzazione. Quasi sempre sono giovani promesse, campioni del futuro, talenti in erba, mica vecchi marpioni. Da lì, tanto per fare qualche nome sono usciti gli Abbagnale, Yuri Chechi e Pietro Mennea. Le discipline questanno sono ventotto, qualcuna non olimpica, ma si pensava fosse lo sci nautico non la caccia al tesoro, il rubamazzetto e il ciapanò.
E così siamo arrivati sullultima frontiera della fuga. Fino a poco tempo fa cerano i terza base cubani come Jesus Ramon Valdivia Lazo, che fuggivano dal Guatemala per chiedere rifugio agli Stati Uniti, o i sollevatori di peso iracheni, come Raed Ahmed, che approfittavano delle Olimpiadi per trovare la libertà.
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