(...) Ma, come è giusto riconoscere questo a Gasperini e ringraziarlo per quello che ci ha fatto vedere in questi anni, è altrettanto giusto dire che - ad eccezione della partita con lInter e poco altro - lultimo Genoa non era nemmeno lontano parente del «Genoa di Gasperini». Che era proprio unaltra cosa, una squadra a tratti inguardabile, senzanima, senza gioco, senza identità.
Soprattutto, una squadra in cui si era perso il feeling fra Gasperini e Preziosi. E, con tutto il rispetto e lamore per quello che ha fatto Gasperini, credo che Preziosi sia molto più importante per il Genoa di un tecnico che aveva comunque finito il suo ciclo genovese. Le sacrosante dichiarazioni del presidente dopo la partita con il Chievo e le sue non dichiarazioni («Non parlo perchè potreste interpretarmi male o forse potreste interpretarmi troppo bene») dopo la sconcertante prova contro il Grosseto in Coppa Italia, fotografavano alla perfezione un rapporto interrotto.
Insomma, Preziosi non ha fatto bene, ha fatto benissimo. E, lo ribadisco, parlo da innamorato storico del gioco di Gasperini. Ma anche da appassionato di calcio che - nonostante me lo sia trovato dallaltra parte della barricata romana, io giallorosso, lui tecnico della Lazio - ha una grande stima di Ballardini e soprattutto della sua serietà. Certo, non si può dire che sia un allegrone. Ma, ribadisco, è una persona seria. E, di questi tempi, è grasso che cola.
Anzi, mi correggo. Una critica al presidente devo farla. Ed è quella di una decisione tardiva. Su queste pagine, dopo la pessima partita contro il Chievo avevo invocato lesonero di Gasperini e ne era nato un bel dibattito, dove la maggior parte dei lettori si erano schierati dalla parte del tecnico e non dalla mia. Ci sta.
Oggi, sarebbe facile dire «Io lavevo detto», ma non mi interessa e, anzi, trovo patetici quello che lo fanno, anche quando hanno detto lesatto contrario di ciò che accade. Il problema è un altro. È che - a mio parere, naturalmente - il rapporto fra il Genoa e il Gasp era già arrivato al capolinea lo scorso anno, quando si è gettata alle ortiche la possibilità di tornare in Europa, o dalla porta del campionato o da quella della Coppa Italia. E quando si prolunga un rapporto finito, non cè nulla da cavarne.
Insomma, si è perso tempo prezioso, anzi tempo Preziosi. Speriamo non sia troppo tardi.
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