Paolo Stefanato
da Milano
Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Roberto Maroni, insiste a dirsi «preoccupato» perché Giancarlo Cimoli sta per ipotecare la flotta di Alitalia. Parla di un «intervento non ordinario su cui penso sia opportuno, per la buona riuscita del piano, che il governo sia informato». Poi la butta un po sul personale: «Può darsi che Cimoli abbia informato Berlusconi, Letta o Tremonti. Poteva fare una telefonata anche a me». Il ministro vuole un incontro con il presidente e ad della compagnia, e sembra realmente sorpreso per una misura che era già stata anticipata nei giorni scorsi, che le compagnie di tutto il mondo usano come polmone finanziario e alla quale la stessa Alitalia non è nuova: anzi, in passato ha trasformato la proprietà di aeromobili in leasing, mentre ora alla proprietà non rinuncerà.
Cimoli ieri, avvicinato nel corso di un convegno a Baveno, ha precisato: «Non svendiamo pezzi di Alitalia, ipotechiamo solo alcuni aerei. La compagnia è vitale e lo dimostra il fatto che, con gli stessi aerei, abbiamo fatto in base agli ultimi dati il 14% di ore di volo in più». Laspetto finanziario è importante: il denaro proveniente dallipoteca degli aerei pareggia sostanzialmente il prestito ponte di 400 milioni di euro che deve essere restituito entro il 31 dicembre. «Stiamo per fare un aumento di capitale - ha detto Cimoli - e quei quattrini li dobbiamo usare per la parte industriale e non certo per restituire i debiti».
Che le cose stiano cambiando, dopo lapprovazione del nuovo piano industriale, è confermato anche da altri fattori; uno di questi è la decisione di coprire al 50% nellarco del triennio, il rischio di oscillazione del prezzo del carburante. Cosa che finora era stata impedita dalla mancanza di liquidità, e che la ricapitalizzazione renderà possibile. Le misure adottate «permettono di avere lolio a 60 dollari al barile per lanno prossimo e a una cifra leggermente inferiore per gli anni successivi».
Quanto allaumento, cruciali saranno le prossime riunioni con gli istituti di credito con i quali saranno messi a punto i dettagli delloperazione. «Le banche ci seguono» ha affermato ieri Cimoli, che ha lanciato altri messaggi ottimistici: «LAlitalia ce la farà» ha promesso con energia, aggiungendo: «Sono venuto qui un anno fa ed ero già coinvinto di farcela».
Una delle spine del trasporto aereo nazionale, ha ricordato, è leccessivo numero di aeroporti. Poi ha affermato: «Due hub sono troppi e sono ancora un handicap». Landirivieni quotidiano di equipaggi tra Roma e Milano è stato ridotto ma continua; è un danno alle casse e allimmagine della compagnia, e fa inviperire i passeggeri che in orari «business» vedono laereo pieno di personale in trasferimento. A Malpensa, ha detto Cimoli «è necessaria la terza pista». Della quale si parla da tempo, senza tuttavia che ci sia nemmeno un progetto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.