Il Muro di Berlino raccontato dal punto di vista dei conigli; il terremoto così come lo vedono gli studenti di cinema di Haiti; lamore che unisce o che divide, per motivi politici o di fede, arabi ed ebrei, testimoni di Geova e cattolici. Un giro del mondo, dallItalia di ieri di Rossellini alla Palestina di oggi di Charien Dabis, in tre giorni, quelli del «Senza Frontiere Film Festival - Without borders» che torna, dal 7 al 9 luglio, alla Casa del Cinema.
A inaugurare la terza edizione dedicata al tema dellacqua saranno i cortometraggi degli alunni delle scuole pubbliche elementari di Roma che hanno risposto allinvito di una manifestazione che, ogni anno, seleziona opere cinematografiche da ogni parte del mondo seguendo, come ha indicato Fiamma Arditi, direttore artistico della manifestazione, «il comune denominatore di un raggio di speranza per questo nostro mondo che è unico e che deve continuare a vivere». Acqua, dunque, protagonista dei corti dapertura, ma anche delle fotografie esposte nella mostra allestita nella galleria della Casa del Cinema, realizzate dagli studenti della Nathan Strauss Prep School di New York. Ancora acqua sul grande schermo, raccontata dalla regista Irena Salina in Flow, inchiesta sulla privatizzazione delle fonti di acqua nel mondo, e scarsità dacqua, infine, a causa delluso che ne facciamo oggi, nel power point di Jeff Brenman, proiettato sui monitor della Casa del Cinema.
Acqua, ma anche apartheid, fondamentalismi, diversità culturale e conflitti: questi sono i temi sui quali punta il «Senza Frontiere Film Festival», per raccontare attraverso il cinema il mondo che ci circonda, per non dimenticare e per combattere indifferenza e superficialità. Chi si aspetta un festival di prime, dovrà invece fare i conti con film già visti (non in Italia, comunque) ma non per questo meno accattivanti. Per dirla con Giorgio Gosetti, che seleziona le opere per le Giornate degli Autori a Venezia, bisognerà fare a meno della «droga allucinogena della prima che acceca chi ha il compito di selezionare i film. Siamo di fronte, qui, a un ottimo cinema, nel segno della diversità e per niente zuccheroso».
Neanche Gosetti, in effetti, ha visto molti dei film in programma e che comprendono due opere candidate agli Oscar 2010 come miglior documentario: Rabbit a la Berlin di Barter Konopka e Piotr Rosolowski, storia dei conigli selvatici che vivevano nella zona morta tra Germania Est e Ovest, e Wich way home di Rebecca Cammisa sulle avventure di un gruppo di ragazzini che tentano di superare la frontiera tra Messico e Stati Uniti.
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