Apollo 13, la missione spaziale che rischiò di diventare una tragedia

La missione dell'Apollo 13 è entrata nella storia per il rischio corso dagli astronauti che si sono trovati al centro di una missione che, già dall'inizio, sembrava promettere una tragedia

Apollo 13, la missione spaziale che rischiò di diventare una tragedia

Uscito nel 1995, Apollo 13 è il film diretto da Ron Howard che va in onda questa sera alle 21.00 su Iris. Tratto dal libro Lost Moon di Jim Lovell e Jeffrey Kluger nel 1994, il film racconta un'incredibile storia vera che ha portato l'essere umano a superare i propri limiti, pur sfiorando ripetutamente la tragedia. Candidato a ben nove premi Oscar, Apollo 13 - come si legge su Coming Soon - è arricchito anche da un cameo del vero Jim Lovell.

Apollo 13, la trama

Il comandante Jim Lovell (Tom Hanks), Fred Haise (Bill Paxton) e Jack Swigert (Kevin Bacon) sono tre astronauti che hanno il compito di viaggiare verso la luna con la missione Apollo 13. Il team è formato dall'equipaggio di riserva dell'Apollo 11, quello del famoso allunaggio del 1969 che ha cambiato la "storia spaziale" degli Stati Uniti d'America. Tuttavia la missione non sembra partire sotto una buona stella: a tre giorni dalla partenza da Cape Kennedy, infatti, gli astronauti devono già fronteggiare l'esplosione dei serbatoi d'ossigeno che danneggia la navicezza spaziale al punto che viene cancellata la missione sulla luna, cercando di riportare gli uomini a casa, sulla Terra. Negli uffici della NASA Gene Kranz (Ed Harris) cerca in tutti i modi di guidare le operazioni di salvataggio, ma il rientro a casa si fa sempre più difficile e pericoloso.

Una tragedia sfiorata

Come si diceva già in apertura, Apollo 13 è tratto da una storia vera che rappresenta forse il fallimento di maggior successo della storia degli Stati Uniti. Questo perché anche se la missione non è giunta alla destinazione per cui era stata pensata, gli ostacoli e i pericoli vissuti dagli astronauti mentre cercavano di tornare a casa e salvarsi la vita hanno reso questa missione quasi uno spettacolo, un intrattenimento, qualcosa che ha tenuto il pubblico americano (e non solo) con gli occhi rivolti al cielo e le preghiere per gli uomini che avevano provato a sfidare lo spazio. Come si può leggere sull'attenta analisi e ricostruzione della missione fatta da Focus, la missione Apollo 13 sembrava destinata a trasformarsi in un incubo sin dall'inizio. Subito dopo la partenza, avvenuta l'11 aprile 1970, uno dei motori del lanciatore, un Saturn V, smise di funzionare prima del previsto: per fortuna la navicella riuscì comunque a entrare in orbita, grazie alla preparazione dell'equipaggio che fece funzionare gli altri 4 motori, per trentaquattro secondi più del previsto, in modo da non precipitare.

La vera tragedia avviene però il 13 aprile, quando la nave spaziale si trova quasi a metà strada tra la Terra e la Luna, in una sorta di punto di non ritorno. È qui che esplode un serbatoio di ossigeno liquido, danneggiando il modulo di comando - chiamato Odyssey - e lasciando l'equipaggio senza elettricità. A questo punto gli astronauti dovettero spostarsi nel modulo lunare, l'Aquarius, sforzandosi di capire come poter usare un motore pensato solo per scendere e risalire dalla Luna per coprire un tratto di spazio molto più ampio. Il motore del modulo lunare, infatti, non era neanche lontanamente pensato per coprire una distanza così ampia come quella che separava lo staff della NASA dalla Terra. Grazie all'aiuto della base di controllo sul Pianeta Azzurro, l'equipaggio in volo riuscì a gestire anche l'insufficienza del sistema di purificazione dell'aria con i materiali che avevano a disposizione.

Sebbene tutto sembrasse contro di loro, lo staff del modulo lunare riuscì in qualche modo a circumnavigare la Luna e a tornare a casa, ammarando nell'Oceano Pacifico. La missione Apollo 13 aveva fallito, ma gli uomini erano riusciti a tornare a casa sani e salvi, diventando quasi dei veri e propri eroi della Storia.

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