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La storia vera dietro "Io prima di te": ecco il segreto del film

Prima del romanzo e del film c'era una bellissima storia vera sull'importanza di vivere la vita. Ecco il "segreto" di Io prima di te

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Nonostante sia un film piuttosto recente – è arrivato nei cinema nel 2016 -, la storia d’amore tra Louisa e William è diventata un grande classico per gli amanti dei romance movie. Ispirato al romanzo di JoJo Moyes, in Italia grazie a Mondadori, la pellicola di Io prima di te ha trovato il suo successo non solo per una storia dolce e delicata sulle seconde possibilità della vita, ma si è fatto strada tra il pubblico grazie alla presenza di un cast molto valido e, soprattutto, celebre. La giovane e stralunata Louisa è interpretata da Emilia Clarke che, all’epoca delle riprese era conosciuta per il ruolo che ha ricoperto in Game of Thrones (era la madre dei draghi); invece Sam Clafin, che interpreta William, è stato reso famoso grazie alla sua partecipazione alla saga di Hunger Games. Un film, quello di Io prima di te, che è stato costruito quasi a tavolino, ma nonostante ciò risulta essere un gradevole passatempo. In pochi sono a conoscenza, però, di una toccante storia vera che si nasconde dietro il suo successo. L’autrice del romanzo, che ha partecipato anche alla scrittura della sceneggiatura, più volte ha rivelato che la storia di William e Louisa è ispirata a un evento realmente accaduto.

Nel film, la protagonista è una giovane ragazza che vive in una piccola città dell’Inghilterra. È in cerca di lavoro e suo malgrado si trova a lavorare presso la ricchissima famiglia Traynor come assistente personale di William, costretto su una sedia a rotelle dopo un brutto incidente. Entrambi si scopriranno innamorati non prima di aver scoperto quanto può essere ingiusta la vita. La scrittrice di recente ha confessato dove ha preso l’idea per Io prima di te. Sarebbe nata attraverso un’esperienza personale. Due suoi familiari, infatti, hanno avuto bisogno di assistenza personale 24 ore al giorno, perché costretti su una sedia a rotelle, ma è quando un giorno che ha ascoltato in radio la storia di uno sportivo di talento diventato tetraplegico dopo un incidente, è lì che si è decisa a scrivere il romanzo.

Nella realtà, lo sportivo non ha potuto guarire dalla sua condizione e ha impiegato diversi anni per convincere i genitori a porre fine alla sua vita attraverso un’associazione. Tema che neanche a dirlo, in Italia come all’estero, oggi sta interessando il dibattito sociale e politico. La scrittrice confessa che durante la stesura non sapeva in che modo avrebbe potuto scrivere la parola fine alla sua storia, così ha iniziato a compiere ricerche sull’eutanasia concludendo il romanzo con un bellissimo messaggio sul valore della vita.

Del libro, qualche anno più tardi, è stato scritto anche un sequel dal titolo Io dopo di te e nel 2018 anche Sono sempre qui che, però, non sono diventati dei film per il cinema.

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