La Cisl smaschera la Cgil Bonanni: «Noi facciamo risultati voi siete solo sfasciacarrozze»

Roma«Sfasciacarrozze che vanno a fare l’undicesimo sciopero generale, ma così non riescono mai a spostare una virgola». Questa è la Cgil secondo il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
I rapporti fra le due organizzazioni sindacali ieri hanno toccato un nuovo minimo storico. Va detto che quella di Bonanni è una difesa e non un attacco. La Cisl, infatti, è stata pesantemente messa in discussione per l’atteggiamento dialogante nei confronti dell’esecutivo e della manovra recentemente varata. Una disponibilità al confronto che confligge con lo sciopero messo in cantiere dal sindacato rosso il 25 giugno. L’ultimo affondo è stato quello di Giorgio Cremaschi, leader della corrente più estremista dei metalmeccanici Cgil. «I segretari di Cisl e Uil sono diventati i sottosegretari del governo Berlusconi», ha tagliato corto accusando Bonanni e Angeletti di intelligenza con il nemico.
A queste provocazioni non poteva rimanere insensibile il leader cislino, nelle cui orecchie avranno risuonato i fischi rivoltigli durante l’ultimo congresso Cgil. E così nel corso della relazione a quadri e delegati Cisl si è tolto più di un sassolino dalla scarpa replicando anche all’intemerata del numero due Fiom. «Dico all’infante malato Cremaschi che cambi mestiere. Non ha mai fatto un contratto, non è il suo mestiere fare il sindacalista», ha affermato, stigmatizzando l’implicita copertura offertagli da Epifani («Mi sorprende che il mio collega gli vada dietro») e i vari tentativi di prevaricazione («Parla di unità sindacale mettendo in campo iniziative e pretendendo che gli altri gli stiano dietro»).
Il botta e risposta non è catalogabile come una questione personale tra Bonanni ed Epifani, ma si riferisce a una profonda divergenza nel metodo e nel merito. La Cisl si è intestata un approccio concertativo se non riformista in tutte le vertenze anteponendo le rivendicazioni economiche e la difesa degli iscritti a tutte le incrostazioni ideologico-politiche. «Non è che questo governo sia migliore dell’altro, anzi», ha precisato respingendo le imputazioni mossegli da Epifani. Ma, ha sottolineato, «con il governo Berlusconi la Cisl ha ottenuto risultati perché è riuscita a far sentire la sua voce».
Ecco, la polemica è tutta qui. Da una parte il post-comunismo della Cgil che imbarazza persino il Pd di Pier Luigi Bersani (che non può sfilarsi del tutto per non perdere ulteriormente consensi). «Lo sciopero generale deve essere solo l’inizio di una lotta contro la manovra peggiore d’Europa», ha detto Cremaschi. La Cgil ha scelto di mobilitarsi contro «una manovra depressiva e profondamente iniqua», gli ha fatto eco Susanna Camusso, erede designata di Epifani. Quest’ultimo anche ieri non ha mancato di ribadire come «saranno solo i lavoratori a pagare».
Dall’altro lato Raffaele Bonanni, quello che non rovescia i tavoli, quello che non disdegna la moral suasion con gli interlocutori politici, quello che non molla. La Cisl ha incassato il risultato che «la manovra non tocca lo Stato sociale», ha detto «i suoi sì e i suoi no senza essere mai in combutta con la realtà politica».

Lo scarto con la Cgil è tutto qui: «Agitatori e propagandisti politici chiudono gli occhi e si tappano le orecchie perché non hanno l’equilibrio per parlar bene di ciò che è bene e male di ciò che è male». Sì, è lo stesso Bonanni che quattro anni fa appena insediatosi disse che Epifani con il suo furore ideologico contro la legge Biagi sarebbe stato la «pietra al collo» di Prodi.

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