Per città più pulite ecco i graffiti di Stato

Il progetto: per combattere le "bombolette selvagge" il governo metterà spazi appositi a disposizione dei writers. Previsto un milione di euro per i comuni-capoluogo che individueranno "muri" da far abbellire

Per città più pulite  
ecco i graffiti di Stato

Per combattere i writers che armati di spray imbrattano le città, il governo sponsorizzerà i «graffiti di Stato». Cacciati e condannati a Milano, Roma, New York, Londra e Berlino, i graffitari da ieri avranno dei muri nelle città a completa disposizione per esprimere la loro creatività e fantasia con disegni e colori.

L’idea è venuta al ministro delle Politiche giovanili, Giorgia Meloni. Davanti alla lista di ragazzi che, negli ultimi mesi, sono stati multati o addirittura processati per aver deturpato, sporcato e imbrattato monumenti, palazzi, autobus e treni, ha deciso di valorizzare questa vena artistica.

Tanto che il ministro ha messo sul tavolo gli incentivi, pari a un milione di euro, per quei Comuni (devono essere capoluogo o avere più di 50mila abitanti) che ritaglieranno spazi urbani da far abbellire in libertà dai ragazzi-pittori della bomboletta. La linea dura, quella repressiva, prevista nella nuova legge sulla sicurezza, con multe e carcere per i vandali dello spray, presenta dunque un rovescio della medaglia. È quello del ministro della Gioventù, che tendendo la mano ai writers, segue una linea soft, ma che però combatte l’illegalità di chi deturpa e sporca.

A Palazzo Chigi, ieri, la Meloni ha siglato un accordo con il presidente dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, che non soltanto sostiene il progetto-graffiti ma un più ampio ventaglio di iniziative, ribattezzate «Energieincomune», che prevede un investimento complessivo di dodici milioni di euro, stanziati per il 2009, per promuovere anche altre attività giovanili - dalle feste e tradizioni popolari alla valorizzazione turistica, dal volontariato alle orchestre e bande musicali - nei Comuni della Penisola, escludendo però le aree metropolitane.

Di sicuro tra i progetti finanziati del ministero, la valorizzazione della cosiddetta «street art» - ossia del «writing» urbano responsabile, dei graffiti certificati e autorizzati - è quello che calamita la maggiore curiosità, anche perché come corollario avrà la costituzione di un network di Comuni favorevoli all’uso dei murales per la riqualificazione delle aree grigie, degradate e abbandonate delle città.
Se lo scorso anno nel mirino del ministro Renato Brunetta, dopo i fannulloni, erano finiti i writers - dichiarò che la guerra ai graffiti andava combattuta primo per una questione morale e poi estetica -, adesso il ministro Meloni risponde con una campagna di «prevenzione, educazione e responsabilità». «Insieme con i giovani - ha spiegato ieri il ministro Meloni - vogliamo promuovere questa forma d’arte ma soltanto a patto che sia disciplinata da regole chiare e che saranno rispettate».

È anche vero però che sui graffiti le città italiane hanno assunto negli anni atteggiamenti variegati: dalle ordinanze che puniscono chi scrive sui muri, ai giovani e meno giovani processati e condannati a Milano per aver imbrattato muri di chiese e scuole, al comune di Roma che obbliga i disegnatori abusivi a ripulire dieci muri, se sorpresi a imbrattarne uno.

Ma non mancano, in tutta Italia, i progetti pensati per incoraggiare i murales come forma d'arte.

Già cinque anni fa, a Napoli, fermate e stazioni della ferrovia circumvesuviana furono ravvivate dai lavori di decine di writers, su iniziativa della regione. Sempre in Campania, a Benevento, in passato si è svolta una selezione di artisti per decorare alcune vie della città.

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