
I punti chiave
Dieci euro al mese non cambiano la vita di un bambino. Ma potrebbero cambiare il futuro di un Paese. È l’idea – tanto ambiziosa quanto controversa – che guida la Frühstart Rente, il nuovo progetto pensionistico del governo guidato da Friedrich Merz. Dal 2026, ogni bambino tedesco di sei anni riceverà un contributo mensile da investire in strumenti azionari fino all’età della pensione. Non un sussidio di welfare classico, ma un tentativo di innestare nei più giovani la cultura del risparmio e, soprattutto, di spingerli verso un rapporto più maturo con i mercati finanziari.
Il bivio tedesco
La Germania, tradizionalmente conservatrice nella gestione dei risparmi, si trova infatti davanti a un bivio. Da un lato, il sistema pubblico ereditato dall’era Bismarck fatica a reggere l’urto di un rapido invecchiamento demografico: entro il 2036, secondo i dati dell’Istituto Economico di Colonia, quasi venti milioni di baby boomer andranno in pensione, mentre i giovani che entreranno nel mercato del lavoro saranno poco più della metà. Dall’altro, la ricchezza privata rimane parcheggiata per oltre un terzo in conti a basso rendimento: un paradosso in un’epoca di inflazione strutturale e rendimenti obbligazionari ridotti.
La misura
Il cancelliere Merz ha presentato il piano come una “lezione di vita finanziaria”: i bambini, ha detto, devono capire presto che la costanza nel risparmio – anche con cifre minime – può trasformarsi in un capitale significativo. Un messaggio che suona quasi provocatorio in un Paese in cui meno di un cittadino su cinque investe in azioni, a fronte di percentuali doppie in Regno Unito e Stati Uniti. Ma la “paghetta previdenziale” non convince tutti. I sindacati, a partire da IG Metall, hanno bollato l’iniziativa come un diversivo ideologico che rischia di sottrarre risorse a un sistema già in difficoltà cronica. L’operazione, che costerà circa un miliardo di euro l’anno, secondo loro non affronta il vero nodo: un modello previdenziale che già oggi assorbe un quarto del bilancio federale e che si avvia verso un deficit strutturale, come segnalato anche dalla Corte dei Conti tedesca.
Le opinioni degli economisti
Gli economisti, invece, si dividono. Per Ulrike Malmendier, docente a Berkeley e consulente del governo, il progetto ha soprattutto un valore educativo: "Senza un’apertura verso i mercati, non ci sarà sostenibilità del sistema pensionistico". Più cauti i mercati stessi: la fintech Trade Republic ha calcolato che i dieci euro mensili, se investiti per trent’anni con un rendimento medio del 7%, potrebbero trasformarsi in 65 mila euro. Ma se l’inflazione restasse stabile al 2% o i mercati deludessero, quel gruzzolo perderebbe un terzo del potere d’acquisto. Il Wall Street Journal ha definito la riforma “più un esperimento pedagogico che una reale ancora di salvezza”. E, probabilmente, è proprio questo il punto. La Frühstart Rente non risolverà i conti della previdenza pubblica.
Ma potrebbe avviare un processo più profondo: scalfire la diffidenza storica dei tedeschi verso gli investimenti di lungo periodo e spingere una nuova generazione a costruire, mattone dopo mattone, un futuro finanziario meno dipendente dallo Stato.