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Tasse e multe, cosa si può rottamare nel 2023

Nelle sanatorie fiscali il governo include imposte, multe e persino il calcio. Ecco tutte quelle scritte nella legge di Bilancio 2023

Tasse e multe, cosa si può rottamare nel 2023

Il governo sta cercando di rinfrancare il rapporto tra entità fiscali e cittadini, messi alla prova dalla pandemia e dalle difficoltà economiche e finanziarie. Le sanatorie fiscali agiscono soprattutto su tre fronti, ossia i ravvedimenti, la soluzione delle liti con l’Agenzia delle entrate e lo stralcio di crediti ritenuti inesigibili.

La logica adottata include anche le criptovalute, le multe e le mini-cartelle, considerate proprio nell’ottica di allentare le tensioni tra cittadini ed erario e permettere loro di sanare le posizioni ancor aperte.

Ecco le sanatorie fiscali previste nella legge di Bilancio 2023.

Rottamazione e multe stradali

Le cartelle di importi inferiori ai 1.000 euro gestite dall’ente di riscossione dal 2000 al 2015 possono essere rottamate con l’accordo degli enti locali. Le spese di riscossione devono comunque essere rimborsate.

La rottamazione include anche le multe stradali ma, in questo caso, le ammende vanno pagate senza l’aggiunta delle sanzioni e degli interessi di mora. Le multe, comprensive delle spese sostenute per la riscossione, possono essere pagate entro il 31 luglio 2023 oppure in 18 rate, con un interesse del 2%.

Controversie tributarie

Le liti pendenti al primo gennaio 2023 possono essere sanate secondo diverse logiche. Quelle che sono ferme al primo grado (quindi alle commissioni tributarie provinciali) possono essere concluse pagando il 90% delle somme vantate dall’erario, le liti giunte alle commissioni tributare regionali possono essere chiuse versando il 40%, se la sentenza di primo grado ha dato ragione al contribuente. Se il contribuente ha vinto anche in secondo grado può versare il 15%, così come se il ricorso è giunto alla Cassazione e ha ottenuto ragione in entrambi i primi due gradi di giudizio. C’è quindi una novità rispetto a quanto si è potute leggere nella Manovra durante gli ultimi giorni del 2022.

Nel concetto di pace fiscale rientra anche la rinuncia agevolata. Sanatoria questa che dà al contribuente la possibilità di rinunciare entro il 30 giugno 2023 alle liti fiscali giunte alla Cassazione e che coinvolgono l’Agenzia delle entrate. Chi sceglie la rinuncia si paga la somma pretesa dall’erario e i relativi interessi ma con sanzioni ridotte.

Avvisi bonari e accertamenti

Sanatorie anche per chi ha ricevuto un avviso bonario in seguito ai controlli automatizzati del Fisco. Le somme reclamate dall’erario possono essere definite con modalità agevolate a patto però che il termine di pagamento non sia già scaduto.

Anche gli atti di accertamento formali possono sottostare a un’agevolazione, se non sono stati impugnati dal contribuente e comunque all’interno dei termini fissati per il ricorso. In questo caso, per gli accertamenti di contestazione notificati fino al 31 marzo del 2023, le sanzioni vengono ridotte da un terzo a un diciottesimo di quanto definito per legge.

Ravvedimento e criptovalute

Chi ha sbagliato a dichiarare o non ha dichiarato i redditi del 2021 può ravvedersi versando un diciottesimo del minimo delle sanzioni, oltre agli interessi e all’imposta stessa, che potrà pagare in otto rate trimestrali a partire dal 31 marzo 2023 e con un interesse del 2%.

I guadagni ottenuti da investimenti in criptovalute non saranno tassati fino a 2.000 euro. Per quanto riguarda gli introiti ottenuti fino al 31 dicembre 2021, il contribuente è chiamato a presentare una domanda di emersione e riconoscere un’imposta sostitutiva del 3,5%.

Iva, Irap e versamenti

Le irregolarità commesse nel determinare le basi imponibili delle imposte sui redditi, dell’Irap e dell’Iva possono essere sanate pagando un forfait supplementare di 200 euro.

Sempre in materia di tributi amministrativi, il contribuente può regolarizzare i versamenti omessi versando l’intero importo senza sanzioni e interessi entro il 31 marzo 2023, oppure ricorrendo a versamenti fino a 20 rate trimestrali.

Salva calcio

Le società calcistiche hanno debiti verso l’erario per circa 800 milioni, oltre 500 dei quali relativi ai club di serie A.

Queste tasse possono essere pagate in 5 anni con una penale del 3% o, se versate subito, senza sanzioni.

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