Clandestini, barcone affonda in acque libiche: ancora 213 dispersi

Centinaia di dispersi per un barcone affondato al largo delle coste libiche a causa del vento forte. Per ora salve 23 persone, recuperati 21 cadaveri. Il soccorso di una nave italiana salva 356 immigrati

Clandestini, barcone 
affonda in acque libiche: 
ancora 213 dispersi

Palermo - Centinaia di migranti trascinati via dalle onde. E' una strage quella che si è compiuta ieri tra l'Africa e l'Italia. Due barconi carichi di oltre 500 disperati si sono trovati in difficoltà a causa del forte vento a 30 miglia dalla costa libica, vicino alla piattaforma petrolifera Buri. Il ministero dell'Interno libico conferma che una nave cisterna italiana ha salvato i 356 clandestini che si trovavano a bordo di un'imbarcazione alla deriva. Affondata invece la barca su cui viaggiavano 257 persone. A bordo c'erano anche 15 siriani, insieme con cinque indiani, due pachistani e 66 cingalesi. Al momento sono state tratte in salvo 23 persone, mentre di altre 21 sono stati recuperati i corpi senza vita. Tutti i dati sono confermati dalla sede di Tripoli dell'Oim (l'Organizzazione internazionale per le migrazioni).

Il mistero del terzo barcone In un primo momenti le imbarcazioni in difficoltà sembravano quattro: ma due si sono rivelati essere pescherecci, senza migranti a bordo. La conferma viene da Jean Philippe Chauzy, dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Parlando della tragedia che si è verificata ieri in mare davanti alle coste della Libia, Chauzy non ha detto quante siano le persone che risultano disperse, anche se ha definito realistica la stima di oltre 200 dispersi. Ieri nella zona della tragedia soffiavano venti molto forti, ha infine riferito, spiegando la probabile causa del rovesciamento dei barconi.

Salvati dagli italiani Sono 356 i migranti soccorsi e salvati domenica da un rimorchiatore italiano al largo delle coste libiche dopo che l’imbarcazione su cui viaggiavano si è trovata in difficoltà: la notizia ufficiale arriva dalla Guardia Costiera. L’allarme è scattato la sera del 28 marzo, sabato, e l’intervento di soccorso, condotto insieme alle autorità libiche, si è concluso domenica pomeriggio, quando il barcone è stato rimorchiato fino al porto di Tripoli. Sani e salvi tutti gli occupanti. Protagonista dell’operazione di soccorso è stato il rimorchiatore italiano Asso 22, di 75 metri, iscritto a Napoli, che normalmente assiste tre piattaforme petrolifere al largo della Libia. Proprio da una di queste piattaforme, ricostruisce la guardia costiera, sabato intorno alle 23 sono state trasmesse al rimorchiatore le coordinate di un barcone stracarico di migranti che navigava in condizioni precarie. Alle 15 di domenica 29 l’arrivo nel porto di Tripoli dove l’imbarcazione con i migranti è stata presa in consegna dalle autorità locali.

Partiti dalla Libia Una delle imbarcazioni era partita da Sid Belal Janzur, un sobborgo di Tripoli e dopo tre ore di navigazione il battello è affondato 30 miglia al largo della Libia. Delle altre i libici affermano di non avere certezza del luogo di partenza.

Altri sbarchi L'ennesima tragedia sulla rotta tra la Libia e la Sicilia non ha comunque fermato i viaggi della disperazione verso l'Italia: oltre 400 extracomunitari sono approdati infatti nelle ultime ore sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 giunti ieri a Lampedusa. Sbarchi che, ha assicurato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, "termineranno il 15 maggio prossimo, quando entrerà in vigore l'accordo siglato dal governo italiano con quello libico sul pattugliamento congiunto delle coste". Il primo barcone si è arenato nella serata di ieri sulla spiaggia di Scoglitti, una frazione di Vittoria, in provincia di Ragusa.

A bordo c'erano 153 immigrati, tra cui 29 donne, che dopo le procedure di identificazione sono stati portati nella palestra comunale di Pozzallo. Una carretta di circa 20 metri con a bordo 249 persone, tra le quali 31 donne - tre incinte - e otto minori, è approdata invece all'alba a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano.

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