Clandestini in Italia? Da ieri è reato: multe ed espulsioni

RomaDa Firenze a Milano, da Bologna a Sestri Levante. È partita la gara della solerzia nell’applicazione delle nuove norme in materia di immigrazione. La clandestinità adesso è un reato: il che non vuol dire che lo straniero venga subito sbattuto in galera, anzi. In prigione proprio non ci va. Gli extracomunitari a cui vengono contestati l’ingresso e il soggiorno illegale in Italia non possono essere arrestati ma andranno incontro a una salata sanzione pecuniaria. Il forestiero privo di permesso di soggiorno pagherà un’ammenda da 5mila a 10mila euro; poi, andrà davanti a uno degli oltre tremila giudici di pace che dovranno occuparsi del caso e quindi verrà espulso dal Paese.
È stata l’Unione europea a «imporre» una scelta di questo tipo, stabilendo con una direttiva il riaccompagnamento coatto, soltanto in presenza di un reato. Fino a oggi, invece, le autorità dovevano limitarsi a consegnare all’immigrato un foglio di via, immediatamente destinato al cestino della carta straccia. Ma ora si volta pagina. Il più rapido ad applicare le nuove disposizioni di legge? Forse quel carabiniere di Sestri Levante che ha deciso di fare un controllo sul lungomare, dove pullulano bancarelle in cui si vende di tutto. Solito fuggi fuggi generale in una sorta di nascondino tra i vicoli: il meno lesto è stato un senegalese di 36 anni, nessun permesso di soggiorno in tasca. Ma forse l’ha battuto sul tempo quella pattuglia di Firenze, incappata in un gruppo di magrebini: cinque marocchini e tre tunisini, nessuno con i documenti a posto. Anche a loro toccherà la sfilata davanti ai giudici di pace entro 15 giorni. In base al decreto Maroni, qualora non rivelino la propria identità, i clandestini potrebbero venire ospitati nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie): nome nuovo per gli ex Centri di permanenza temporanea (Cpt). La durata massima del soggiorno in queste strutture sale fino a 180 giorni e non più sessanta.
Ma anche Milano non è stata a guardare e le prime denunce sono scattate per tre clandestini: tra questi un peruviano 28enne ubriaco fradicio. Nelle grane, a Bologna, è finito invece un algerino di 23 anni, già conosciuto dalle forze dell’ordine. Il nordafricano, sorpreso a liberarsi in fretta e furia di un pacchetto con 16 grammi di eroina, aveva addosso 1.300 euro, molti dei quali nascosti nelle mutande. Iperattive anche le forze dell’ordine di Ventimiglia che hanno fermato quattro clandestini, due marocchini e due sikh. Per i due indiani, oggi, scatterà il rimpatrio coatto dall’aeroporto di Malpensa, oltre al processo in contumacia e all’ammenda il cui ammontare sarà stabilito dal giudice.
Il provvedimento, accolto dal solito diluvio di polemiche, di fatto rende le espulsioni più agevoli e certe. Come ricordato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni «già prima dell’8 agosto i clandestini potevano essere denunciati e allontanati. Ora sarà tutto più facile».
Ci si aspetta dunque un’estate calda soprattutto per i giudici di pace, alcuni dei quali temono che il sistema s’intasi. «Speriamo di no», ha dichiarato il presidente della Confederazione dei giudici di pace, Stefania Trincanato. La quale ha ammesso che sul tema immigrazione «siamo stati noi a volere la competenza perché riteniamo sia una mansione che possiamo svolgere». Poi la rassicurazione: «In ogni caso sapremo rispondere. Ricordo che durante l’ultimo governo Prodi, sulle espulsioni la competenza passò al tribunale, ai togati, e ci furono molti problemi. Di fatto il sistema si bloccò». Anche Maroni s’è detto tranquillo sul rischio ingorgo di questure e tribunali: «Non sono preoccupato. Nonostante le critiche piovute da chi lo fa di professione, mi posso vantare perché fin qui il pacchetto sicurezza ha contribuito a far diminuire i reati dell’8% nel 2008».
Altro tema caldo: trema l’esercito di colf e badanti stranieri assunti in nero? Sulla carta ricadrebbero nella lista dei rei, se privi di permesso di soggiorno. È evidente, però, che in questi casi si avrà un occhio di riguardo visto che, con il decreto anticrisi, c’è in ballo una regolarizzazione.

Dall’1 al 30 settembre i datori di lavoro potranno fare emergere i propri «dipendenti sommersi», pagando una multa di 500 euro. Le modalità per il versamento sono allo studio del ministero del Welfare che stima in circa 170mila gli extracomunitari coinvolti.

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