Clarke si ricandida alla guida dei Tories

L’ex ministro delle Finanze abbandona le tesi europeiste che già due volte gli sono costate l’elezione a leader del partito

Clarke si ricandida alla guida dei Tories

Erica Orsini

da Londra

Mister Clarke ci riprova. A 65 anni compiuti, incurante delle sue due precedenti sconfitte, l'ex ministro delle finanze britannico Kenneth Clarke ha annunciato ieri dalle colonne del tabloid Daily Mail la sua candidatura ufficiale alla guida del partito conservatore. Dopo essere stato cancelliere dello scacchiere dal 1993 al 1997, questa è la terza volta che Clarke tenta la scalata alla vetta dei Tories. Nel '97 era stato surclassato da William Hague, nel 2001 era rimasto nuovamente al palo battuto da Iain Duncan Smith.
È però evidente che l'uomo non ha perso l'entusiasmo per la politica e ieri ha dichiarato di sentirsi perfettamente in grado di riportare il suo partito al potere. Sorridente, ha posato per giornalisti e fotografi insieme ad alcuni dei suoi principali sostenitori come Tim Yeo, Ann Widdecombe e John Bercow e per quest'oggi è previsto un discorso ufficiale sul suo programma elettorale. Nel '97 come nel 2001 le sue sconfitte furono addebitate in gran parte ai suoi slanci europeisti, cosa che adesso non dovrebbe penalizzarlo nella corsa per la prossima poltrona di leader. Sia perché la situazione è cambiata (anche l'ex partito di Howard ha dovuto affrontare con maggiore flessibilità la questione europea), sia perché ieri lo stesso Clarke ha ammesso che la sua passione per l'euro si è parecchio raffreddata.
Al Daily Mail Clarke ha spiegato infatti che la questione di un'adesione della Gran Bretagna «non si presenterà come un problema per almeno un'altra decina d'anni» archiviando così un argomento scomodo. Ora rimane da vedere se Clarke è la persona giusta per il partito conservatore del futuro. La maggioranza dei suoi critici lo ritengono infatti troppo vecchio per assumere un simile incarico e riluttante a cambiare la propria visione del mondo. Al Daily Mail però, Clarke è apparso molto determinato e soprattutto convinto che, sotto la sua guida, i tories saprebbero governare il Paese molto meglio di quanto ha fatto e sta facendo il Labour di Blair.

«Sono orripilato da un governo che si regge sulla base di consulenti. La salute politica della Gran Bretagna si è molto deteriorata - ha detto ieri - il partito conservatore deve fare qualcosa per questo e io sono l'uomo giusto per farlo».

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