da Milano
Si intitola The International, è un thriller poliziesco diretto da Tom Tykwer, regista parecchio stimato ad Hollywood (Lola corre, Heaven, Profumo), conta su star come Clive Owen e Naomi Watts e attraversa location di città che contano. Ci sono Berlino, Lione, Roma, New York, Istanbul. E cè anche Milano. E dunque, se la capitale è abituata a farsi set di film, per Milano questa è una novità: o una abitudine persa col tempo. Senza andare al Vittorio De Sica di Miracolo a Milano (era il 1951), e sorvolando polizieschi come Milano odia: la polizia non può sparare, non è che la Milano abbia ispirato così tanti cineasti. E dire che qui sono nati Visconti, Lattuada, Melato. Ora però è Hollywood che bussa alle porte, e lo fa con un probabile blockbuster tutto suspense e denuncia: «Un film che riprende la tradizione dei thriller dinchiesta degli anni 70 - spiega Tom Tykwer -; una storia che vede un agente dellInterpol e una bella assistente della procura distrettuale di Manhattan alleati per smascherare i disegni criminosi di una potente banca, i cui interessi sono sparsi per il mondo».
Per il mondo e anche qui, sotto la Madonnina. Ecco perché la troupe di The International si fermerà a Milano per undici giorni, girando scene importanti in cima al Pirellone, nellantistante piazza Duca dAosta (dove Luca Barbareschi, anche lui nel cast, terrà un comizio elettorale nei panni di un tycoon passato alla politica), in via Vittor Pisani: angoli metropolitani non da cartolina, ma perfetti per una crime story dal sapore finanziario. Dopotutto, questa è la città di Tangentopoli. La sala Gonfalone del grattacielo Pirelli, sede della Regione Lombardia, per una volta non ha ospitato giaculatorie burocratiche ma si è concessa al più imprevisto showbiz, e faceva effetto vedere il presidente Roberto Formigoni e lassessore allo Sport Giovanni Terzi (anche loro di presenza attoriale, chi dice di no), accanto al regista Tom Tykwer, al sex symbol Clive Owen e a Naomi Watts. Le due star talvolta incrociano gli sguardi e sembrano chiedersi dove siano: si parla di cinema ma sembra più una press conference alla Casa Bianca. E dunque, se Formigoni palesa il suo «orgoglio perché una produzione di questo tipo ha scelto Milano e il Pirelli, capolavoro architettonico simbolo della rinascita della città nel dopoguerra», Tykwer preferisce dire che «questa parte di Milano è perfetta per raccontare un thriller di trame finanziarie. Come stimolo di base per questo film ho avuto il lavoro di artisti come Francesco Rosi e Damiano Damiani, le cui opere coglievano perfettamente latmosfera della propria epoca. Io cercherò di spiegare il disagio per ciò che avviene oggi, nella finanza globale».
Owen e la Watts, come si suol dire, ci mettono la faccia: sono qui da poche ore e devono ambientarsi.
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