Clochard ucciso per 25 euro a Palermo, dieci anni a minorenne

La storia di Aldo, il clochard che viveva sotto i portici di Palermo ha commosso una città, intanto il processo ai danni del minore rumeno è andato avanti e adesso il ragazzo è stato condannato a dieci anni di carcere

Clochard ucciso per 25 euro a Palermo, dieci anni a minorenne

La storia di Aldo oggi trova una fine. Il Giudice per le udienze preliminari del tribunale dei minorenni di Palermo ha condannato a dieci anni il ragazzo minorenne romeno (aveva 16 anni il giorno del delitto) che il 20 dicembre 2018 uccise con un colpo di spranga in testa Aid Abdellah, detto Aldo, clochard francese di 56 anni da tempo trapiantato nel capoluogo siciliano. Aldo, così come affettuosamente veniva chiamato dagli abitanti della zona, viveva in pieno centro, sotto i portici di piazzale Ungheria. Un uomo conosciutissimo da tutti, non chiedeva soldi e al massimo accettava un thé caldo o un caffè a chi glielo portava. L'omicidio venne commesso lo scorso anno, poco prima di Natale, per rubare 25 euro all'uomo, che stazionava col suo gatto all'aria aperta e dormiva sotto alcuni cartoni. Il processo si è svolto col rito abbreviato. Un modo che ha consentito al diciassettenne di fruire di un ulteriore sconto di pena. Omicidio preterintenzionale e rapina aggravata i reati contestati dalla Procura per i minori, rappresentata dal pm Paoletta Caltabellotta, che aveva raccolto la confessione del giovane e chiesto la condanna a 14 anni.

La scena è stata ricostruita grazie al sistema di videosorveglianza delle telecamere della zona. Una lunga sequenza di immagini che aveva immortalato il ragazzo mentre attaccava il clochard disteso a terra inerme. “Non volevo uccidere”, ha sempre sostenuto il giovane in questi mesi. "Volevo solo i suoi soldi, li ho presi e sono andato via”, ha ripetuto sin dalla prima dichiarazione ai carabinieri. Poi, l'interrogatorio in caserma, il giovane aveva confessato il delitto, dicendosi pentito di quello che aveva fatto. “L’ho colpito mentre dormiva”. Ad incastrarlo, oltre alle immagini delle telecamere, anche le tracce ematiche trovate su un giubbotto.

Aldo fu trovato senza vita, il giorno dopo l'omicidio. A scoprire il corpo senza vita fu la barista di un caffetteria che tutte le mattine portava il caffè al clochard. Fu lei stessa a dare l'allarme chiamando i carabinieri della compagnia Verdi. In un primo momento si pensava che a causare la morte fosse stata una caduta accidentale, poi la macabra scoperta. Aldo viveva in compagnia del gatto Helios che lo aveva vegliato per tutta la notte.

Nel frattempo Palermo ha dedicato alla memoria di Aldo, il porticato di piazzale Ungheria. Gli è stato dedicato lo short film “L’amico invisibile”, scritto e diretto dalla regista Simona D’Angelo e un libro dal titolo Aldo ed Helios di Massimo Brizzi.

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