Cofferati leader della Siryza italiana?

L'addio di Cofferati al Pd aumenta i rumors di una rottura, anche parlamentare, a sinistra del Pd

Cofferati leader della Siryza italiana?

“Se Cofferati, che non è un ragazzo in carriera ma un pezzo della storia, uno dei simboli della sinistra italiana, fosse disponibile sarebbe un punto di riferimento per ricostruire un centrosinistra vero, vincere e governare la Liguria fuori dalle alleanze scellerate con la destra”. Parte da qui il corteggiamento di Nichi Vendola a Sergio Cofferati che, dopo aver abbandonato il Pd renziano, viene visto come possibile nuovo leader della nascente “cosa rossa in salsa greca”. Non è un mistero che i vendoliani stiano lavorando celermente insieme a esponenti della sinistra Pd come Pippo Civati e Stefano Fassina per dar vita a una Siryza italiana e il principale laboratorio politico potrebbe essere proprio la Liguria.

A confermarlo sono le parole di Marco Ravera, segretario regionale ligure di Rifondazione Comunista secondo cui la rottura di Cofferati fa “riecheggiare, pur con delle differenze, quanto successo in Germania con Oskar La Fontaine o in Francia con Jean-Luc Mélenchon e che può aprire scenari inattesi fino a poche settimane fa, ovvero creare anche in Italia un fronte ampio della Sinistra facendo della Liguria un laboratorio politico nazionale”. E proprio a livello nazionale per i parlamentari italiani da giorni è partito il countdown per le elezioni Politiche greche che potrebbero incoronare Alexis Tsipras capo del governo. Alla Camera alcuni parlamentari della minoranza hanno presentato la campagna «Cambia la Grecia cambia l’Europa» che prelude una spedizioni di un centinaio di esponenti verso il Paese ellenico nei giorni antecedenti le votazioni. La spedizione sarà composta da un folto gruppo di esponenti di Sel guidati da Vendola, Civati e Fassina e a cui si aggiunge anche l'ex pm Antonio Ingroia.

I tre puntano a creare un’aggregazione di sinistra che abbia le stesse caratteristiche di quella greca e che, con il sostegno anche di Cofferati, possa arrivare a togliere al Pd renziano almeno 3 o 4 punti percentuali. “Laggiù non sono partiti per vincere e basta, hanno iniziato con pochi voti e a poco a poco si sono convinti di potercela fare. Certo che vincere è importante ma ci si arriva alla fine e non all’inizio”, ha scritto qualche giorno fa Pippo Civati sul suo blog lanciando una frecciata al Pd a vocazione maggioritaria di Matteo Renzi. Secondo il deputato monzese bisogna guardare a Tsipras “Perché la stessa struttura e la stessa organizzazione di Syriza è qualcosa di innovativo e di irriducibile al proprio passato, pur non liquidando il passato di mobilitazione, di lotte e di valori dai quali proviene”. Dal suo sito gli fa eco Fassina con un post dal titolo abbastanza esplicito: ““Oui, je suis grec”, l’unica alternativa alla fine della sinistra. Continente Grecia/Per la prima volta da decenni, in Europa un partito svela la natura di classe del conflitto tra creditori e debitori. E offre una risposta non nazionalista”. Insomma, ormai il dado è tratto e i parlamentari della minoranza più dura aspettano solo il benestare di Massimo D’Alema per annunciare la rottura anche in Parlamento. Al momento del voto per il nuovo Capo dello Stato, infatti, si può essere più decisivi e incisivi se si costituiscono dei gruppi autonomi ai quali, oltre ai parlamentari di Sel, potrebbero aderire anche i dissidenti grillini espulsi o quelli in via d’uscita dal Movimento 5 Stelle. Il Pd renziano potrebbe quindi ben presto trovarsi alla sua sinistra una forza d’opposizione di cui farebbero parte un centinaio di parlamentari.

Una bella grana per un partito che, secondo l’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli, ha perso ben 6 punti percentuali dalle Europee a oggi e che vede ridursi il vantaggio sul centrodestra a soli 2 punti con un Pd alleato con Sel. Ma, se i vendoliani e una parte consistente della minoranza dovessero abbandonare Renzi, chi si troverebbe in una posizione di vantaggio di elezioni?

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