La maggior parte degli «internet point» della capitale registra un calo di incassi dopo lentrata in vigore del decreto Pisanu anti-terrorismo. I gestori sono ora obbligati non solo a chiedere un documento ai clienti, ma anche a tenere traccia del servizio utilizzato e conseguentemente degli indirizzi raggiunti conservando i dati raccolti (tranne i contenuti delle comunicazioni) fino al 31 dicembre 2007 per metterli a disposizione delle autorità giudiziarie. Solo i locali con meno di tre postazioni Internet possono continuare a registrare i dati su carta.
I proprietari degli Internet point più grandi si sono dovuti dotare di un sistema di monitoraggio informatico che riporta gli accessi a Internet ed è in grado di incrociare i dati di traffico con quelli di identità. Per molti i guadagni sono diminuiti fino al 70 per cento, ma per i gestori dei locali nei pressi delle università il decreto Pisanu non ha determinato nessuna diminuzione del numero di clienti.Col decreto antiterrorismo in crisi gli «internet point»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.